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Tace le Rose e la cura

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Due lunghe strade

due figure nell’erba

“vai piano. Torna presto

dove non sei mai stata”

 

Non c’è casa

sul monte Carmelo

alberi  di pioggia solamente

fontane segrete .

 

Seguono la rotta i piedi
nel nome che cercava
per le rose. Solo uno
che non ha raggiunto
che difende -Più lontano

cuore - le nasce intorno
trattenendo fame

sulle ginocchia scorticate

-il saper toccare insieme
un significato che ci basti-

a finir la notte. delle notti
ad ascoltare dove niente è più
visibile a chi viene dopo Rainer.

 

Ha la fragilità che io immagino

degli angeli
quando spostano il buio dell’aria

tra i fiori

 

Là, dietro le palpebre, 
quel modo suo di venire profondo

lo ricevi  nel viso e ti chiama.

 

Fa tanto rumore nel nome ..

che tace le Rose. e La cura

-ferma nel grido

come un segno nel grano-
impalpabile e chiara
una crepa privata
offerta a far sera
viene splendida in dono
posando la pace
a chi ha dentro

una spina. Le basta

poco

un nulla per vivere

penetrata di luce.

 

 Leonora Lusin - 02/07/2013 00:17:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Cullata da questi bei versi e dalla tua gentile lettura mi addormenterò più serena

 Ferdinando Battaglia - 30/06/2013 20:26:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]


Mentre ti leggevo, rimango sempre affascinato dalla bellezza delle Tue poesie (si sa che il mio non è un giudizio da esperto, ma da piccolo lettore), mi sono immaginato come nomade nel deserto e le Tue poesie come la sua acqua nella ghirba che diverrebbe così sorgente inesauribile, dove sempre dissetarsi. Senz’altro ciò può apparire un’esagerazione, l’infatuazione di un lettore che ha perduto la distanza critica, ma che importa seppure fosse così. Per me la Poesia è prima di tutto un’esperienza quando accade, il resto è letteratura; che però richiede un minimo di cultura mentre l’arte è anche qualcosa di "primordiale", un sentire con lo anima il Reale.
Perdonami Amina, per le troppe e inadeguate parole, solo ho voluto condividere con tutti i tuoi lettori quanto leggendoti mi accade (anche se poi ogni poesia di valore occorre leggerla e rileggerla, perché la si capisce meglio ma, anche, perché la parola, pure quella già nota, non diventa mai muta).

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