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La sassata

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Più del fatto di aver ucciso, a lasciarmi basito è la mia ipocrisia e la credulità altrui.
Avevo lanciato quel sasso proprio con l'intenzione di colpire. Certo, non che lo volessi morto, ma volevo fargli male, decisamente. Omicidio preterintenzionale, credo si chiami. Allora non lo sapevo: ero un bambino di dieci anni.
Quando Michele era caduto a terra ero corso lì, stavo per gridargli: «Cretino! Stupido! Così t'impari.» Invece, c'era tutto quel sangue ed io urlai il suo nome, più e più volte, e basta. Accorsero i grandi, ed io mentii subito: «Correva, è inciampato, ora non si muove più...» E loro, tutti lì a consolarmi, per quella scena che doveva avermi scioccato.
Poi i funerali, io in prima fila in quanto amichetto del cuore, quello che gli era stato vicino fino all'ultimo, un piccolo eroe, quasi. I suoi genitori distrutti riuscivo persino a guardarli negli occhi e a dire loro: «non ho potuto fare niente, gli avevo detto di non correre così...»

 

Adesso ho cinquant'anni, e quell'episodio ha acquisito caratteristiche oniriche, tanto che a volte la mia versione pubblica dei fatti mi sembra la realtà e il resto un'eco del senso di colpa che provano i sopravvissuti.
D'altronde, questo è quello che dice il mio analista, ma anche a lui ho fornito l'immagine ripulita. Dal desiderio di far male.
Mi chiedo a volte se la mia solitudine, la paura di avere relazioni con gli altri, il mio nascondermi alla vita, non siano tutto frutto di quel singolo episodio, non siano il castigo per il mio delitto. Ma poi no, ci sono tante persone che vivono queste stesse cose e non credo che tutte abbiano ammazzato il proprio amichetto con una sassata.

 

Michele a volte viene a trovarmi. In sogno, intendo. Vedo la sua vita presunta. Lo osservo mentre cresce. I suoi amori, i suoi figli: quello che io non ho mai avuto. Lui è felice, mi ha perdonato la sassata.

 

 

 

 Franca Figliolini - 03/11/2013 19:21:00 [ leggi altri commenti di Franca Figliolini » ]

giuliano, grazie: intenso e stringato è quel che voleva essere :-)
giacomo, ermanno, jack…. certo che mi ricordo di te. grazie del commento, e certo che il maestro fulvio c’entra. nel senso che ho cercato di imparare la sua lezione…
domenico, l’accostamento a manganelli non può che inorgoglirmi :-) bella la tua memoria, grazie
loredana, sei sempre gentilissima, grazie :-)
scusate il ritardo, e un bacio ciascuno

 Loredana Savelli - 22/10/2013 22:53:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Terribile e scritto magnificamente!
Ciao

 Domenico Morana - 22/10/2013 21:49:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Maledizion del memorare! Eccomi ancora novenne innamorato a far sassaiola al fianco di Adriana la bella che difendevo, a costo della mia reputazione d’angelo, da Fulvio, il suo bel fratello selvaggio, futuribile immusico mistico medjugoriano, che in combutta con un cuginastro oltre misura tronfio per una bici nuova con cambio in pacchiana cromatura…
Appunto, a sassate ci presero, gl’incauti, e l’amazzone zingarella in sottominigonna non altro attendeva, invano che no le mie suppliche, di rendere colpo su colpo, e se n’aveva la poverina una sassata sulla coscia ed io, come impazzito di dolore, l’istesso tempo, lo stesso sasso lanciando dritto alla cieca a trenta passi alla fronte dell’incauto semiparente inavvertito caduco, e noi amanti a fuggire lontano, al condominio, a casa. E furono poi traveggole e indignazioni da madre a madre come tigri a difesa di tigrotti e quella del mio covo avea la meglio sulla ienea canea matrice di tanta testa rotta.

Eppure il pianto ritrovato di Pinocchio su Eugenio colto bianco come un panno lavato da traumatico pergamenaceo d’aritmetica, orsù soccorre, eppure vieta soverchia memoria.
Probabile volgendo all’ennui.
Ma adesso chétati, Granchio dell’uggia!...

Grazie Figliolini! Proprio da centuria manganelliana.

 Giacomo Colosio - 22/10/2013 19:59:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Colosio » ]

Trovato per caso...che combinazione. Caspita, una sassata anche al cuore del lettore, questo racconto. In poche righe un dramma passato e una attenta analisi introspettiva del protagonista...mi ha ricordato uno del racconti fulminei di Fulvio Musso. Brava davvero, e anche scritto assai bene...ciaociao.
P.S. se non mi hai riconosciuto sono Ermanno C. ( Ermanno è il secondo nome, dopo Giacomo)
Domani parto per l’elba e starò in mare 15 gioni...magari dopo ci si sente, tramite La Recherche.

 giuliano brenna - 22/10/2013 13:19:00 [ leggi altri commenti di giuliano brenna » ]

carino, stringatissimo ma completo ed intenso

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