LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Caterina Davinio
Il libro delloppio

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

 

*


Era notte, notte fonda
(perché la notte ha un significato)
e io ero in alto
e le automobili giocattoli
punti sulla pista illuminata
dalle luci gialle.
  Il tempo gettava sabbia
  fastidiosa sottile;
al ventunesimo piano
guardai la neve fioccare giù
quasi in mezzo alle nuvole
dove piccole stelle
      di neve
si formano
(nascono gemendo dal buio).

 

1983


*

 

Ritrovarmi
con quelle pieghe
ai lati delle labbra,
con quell'espressione
di vergogna,
un'immagine
umiliata
fantasia di una bellezza
offesa (svanita),
ambiguità
dello sguardo
fuggente,
desiderio
che non si accontenta
della vita degli altri.

 

1982

 

*

 

Anorexia

 

Dieci giorni,
solo eroina,

lunghi sogni
stesa sul divano
nel mio sacco di preziose ossa
poi mi guardo
spettrale specchio
guardo
che giorno è
che ora è
è luglio, luglio di sempre
l'estate fila (filtra) abbacinante tra le fessure delle serrande
e ho dormito per secoli
in un abisso immaginifico
mentre voi vivevate intorno
ignari
e oggi la casa è vuota
raccolgo il mio adorato
scheletro
lieve come una piuma ed elastico
nei pantaloni neri
vestita di nero
come un segno di cattivo potere.


Venti giorni
solo pasticche
acqua, gocce,
purganti,
solo girare di notte
solo polveri
e una forza disumana
dei nervi
che scatta potente
come una molla
e fa correre, bruciare
rincorrere
tutto l'effimero della città-giocattolo
tutto ciò che mi svuota

 

finché la vita sento
più forte nel corpo flebile
elastico come un giunco
fino come un filo d'erba.

 

1981

 

[ Poesie tratte da Il libro dell'oppio, puntoacapo Editrice, postfazione di Mauro Ferrari ]

 

 

 

 Laura Niolu - 29/11/2013 19:55:00 [ leggi altri commenti di Laura Niolu » ]

Immagini potenti temi scottanti duri interessanti trascinanti. Complimenti Caterina!

 Franca Alaimo - 11/06/2013 22:17:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Sì, è vero quello che dice Loredana: l’ultima fra le tre poesie presentate è la più carica, la più più forte. Raccontare l’esperienza della droga è sempre difficile perché in qualche modo le parole si sottraggono alle esperienze in cui il reale si eclissa: così è per le esperienze mistiche come per quelle che comunque hanno a che fare con particolari dimensioni esistenziali e psichiche.
L’autrice ha raggiunto il suo scopo non attraverso la frantumazione della realtà, ma attraverso una sua osservazione obliqua e un suo allontanamento progressivo dal proprio mondo psichico.
Algida e suggestiva, nel primo testo, la caduta della neve osservata da un luogo posto molto in alto (un ventunesimo piano), per cui si fa vicinissimo il buio del cielo e si allontana la città fino a sembrare un giocattolo assurdo con le sue macchine e le luci gialle.
Negli altri due il linguaggio si tiene vicino alla metamorfosi del corpo, imbruttito e alleggerito, prossimo alla cancellazione, se non fosse per quella reazione abnorme della volontà di sfidare la morte che è un topos dello stato dei drogati. Qualcosa di simile al digiuno dei santi nel deserto, ma per quest’ultimi si tratta di dilatare l’anima e Dio, per i drogati di dilatare il proprio io come pura risorsa. Bella scrittura, efficace, asciutta e coraggiosa.

 Loredana Savelli - 10/06/2013 20:53:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Le prime due preparano la terza che è la vera "bomba" espressiva, le immagini sono forti al punto da volerle dimenticare, invece si impongono e si torna a leggerle.
Un saluto!

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.