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al testo di Maria Teresa Morini
Invettiva a Venezia
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Ho provato molte volte a scrivere di te come fossi l'angiporto di Padova est magari con gli stessi colori di bassa periferia milanese immedesimati dalle case popolari di Novara, case anonime ovunque alle cicatrici dei centri storici.
Maledizione! Persino il tuo odore di urina nei cantoni isolati riusciva a confondersi con strane trame di fiori che non vedevo da dietro i muri della canonica.
Anche nella parte più bassa e bieca non c'è posto abbastanza sordido, barca davvero sfondata o edificio sbarrato che non coli malinconia. Persino dallo sfacelo tu risorgi. E galleggi come zattera costruita da deliranti architetti che dai marmi salivano ad onorarti al sole.
Ho provato molte volte a scrivere di te come fossi la stracca carne di un porto il peggio del peggio, volevo dire e non mi è mai riuscito. La vista del bacino tuo offerto al mare, San Marco al gioire di ogni vento tra gli alti tigli di sant' Elena, fusti opulenti ondivaghi e profumati di passanti allargava in me ogni sorriso.
Non c'è bellezza maledetta... Soltanto bellezza.
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Alessandro Lanucara
- 14/01/2017 22:28:00
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Grazie a te ho letto una parola nuova, quel "stracca", e credo te la ruberò. se fossi un plagiatore ti ruberei anche il finale, bello nella sua semplicità, ma non lo sono e ti dico semplicemente che è stato piacevole leggere di una città su cui non ho mai messo piede (sarei di certo in e con tutti i sensi sprofondato) ma che mi ricorda tante cose, Visconti e Mann per primi (sono scontato, lo so).
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Luciana Riommi Baldaccini
- 28/09/2012 14:05:00
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Molto bella!
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Ferdinando Battaglia
- 28/09/2012 08:45:00
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Davvero un bel testo, tra immagini di diversa strapolazione; una chiusa eccezionale sul contenuto della quale, però, ho qualche difficoltà di concordanza.
Davvero una bella poesia, un saluto.
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Loredana Savelli
- 28/09/2012 07:52:00
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Quanto fascino emana Venezia! Non posso non pensare alle trame affettive che si sprigionano da quei cantoni e fatiscenti edifici e odori di barche, una città così amata è certamente la culla di passioni indimenticabili.
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Gian Maria Turi
- 28/09/2012 00:21:00
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Bel testo, denso, dei versi che si intrecciano come corolle o forse come rovi. Dei versi piuttosto forti, piuttosto ben costruiti e intensi.
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