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Beole

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La bimba ha gli zoccoletti in mano
per non consumarli
e nell'altra un quaderno con la copertina nera.
E da Beole alla scuola il sentierino è lungo
e pieno di sorprese
e la bimba coglie more
e bacche nere
che ci si può fare l'inchiostro.
E guarda il lago
da quassù è proprio bello
e nessuna ce la porterà.

E quando scende la sera
al ritorno il sentiero è più faticoso
gli zoccoli ancora in mano
e fiori di campo
per mamma che gli piacciono tanto
bella nel suo ritratto
coi bordi neri e i contorni sfumati
e papà sarà tornato dai campi
e si verserà ancora vino.

Poi scende l'inverno
e la sua vita è già cambiata.
La bimba è brava in matematica
fa tutti i conti a memoria
nonna l'attende
ormai vede soltanto ombre
eppure la sente arrivare che è ancora lontana.
E papà non si verserà più vino
e Gianni sarà un bimbo bracciante
e la sorellina non tornerà dai campi
che la morte può prenderti piccola
mentre  spigoli il grano.

La bimba si affaccia
racconta alla nonna la sera che scende sul lago
e col dito indica in alto - Ecco Beole! -
E un giorno sarà mamma anche lei
e tornerà là e tutto sarà come prima
animali e polenta sempre sul fuoco
un'aringa per pranzo
e le primizie in un cesto per il signor Conte.
E i bambini attenderanno Santa Lucia
che porterà in dono aranci e mandarini
e il torrone di Natale.


La bimba smette di sognare
passa un giorno ed è già adulta
piccola cameriera
in una Milano che brucia di bombe
e il lago una favola da raccontare a nuove sorelle
e lei è la più bella di tutte
raccoglie erba matta e qualche fiordaliso
per il piccolo ritratto bordo nero
che ha sul comodino.

E i giorni che passano in un attimo sono ricordi
la bimba è già grande ed è già mamma
aringa e more memoria di sapori.
Ora il tempo ha smesso di correre
la bimba è tornata
senza zoccoletti e senza quaderni
cerca la casa nascosta in mezzo all'erba alta
e il sentiero è stato abbandonato tra le spine
ma lei lo percorre fino in fondo
e la casa non c'è dubbio è quella
vuota e diroccata non sembra più la stessa
ma non c'è un posto migliore
da cui guardare il lago.

La bimba ora ha un'altra casa
coi figli che han preso il posto dei ricordi
si volta ancora un attimo verso la collina
e tradisce nostalgia.
Poi torna alla macchina
e ad un'altra vita
accarezza i piccoli
e racconta la sua storia.

 Cristiana Fischer - 25/06/2012 11:11:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

Come sono belle le tue storie, così asciutte e poco indulgenti, mi fanno tornare la nostalgia di Milano. Mi è piaciuta in particolare La tuia in primavera, per quel avanzare un poco di sentimenti, e poi scartare subito "l’abbraccio sarà solo un accenno/la festa più grande quella del cane" ma... "ora è quasi il momento/di venirti incontro".

 Lorenzo Mullon - 24/06/2012 21:06:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Una coincidenza pazzesca, proprio per chi non ci crede: sono appena ritornato dal lago con una poesia, e mi ritrovo in compagnia di una poesia da un altro lago, o forse dallo stesso... e un ricordo di una Milano lontana, che macina i sentimenti e la bellezza per farne non si sa cosa. Caro Luigi, come ribadisce spesso, con un sorriso disarmante, un nostro comune amico, Aldo Monticelli, filosofo ambulante, la vita è sincronica!

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