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al testo di Caterina Davinio
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Tavoli per strada e ressa di turisti ubriachi e pipe ai tavoli che odorano di frutta e ti ricordano il molle tempo dell'oppio in questa città del peccato grandiosa di decadenza e glorie fastose dei sensi che mai perde la solenne levità di una lieve preghiera buddista e un'indole di aerea contemplazione dove puoi cadere e continuare a precipitare all'infinito senza mai toccare il fondo. Caterina Davinio Da: Cadere all'infinito, 2012. |
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