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La gaia apocalisse

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La gaia apocalisse

Tornare alla moneta di stato libera da interessi;
vietare l’espansione del credito che le banche creano per speculare;
togliere ai privati le BCN, ovvero Banca Centrale Nazionale, che nel caso UE – Unione Europea – vuol dire BCE, Banca Centrale Europea.
Solo così salveremo il mondo da un imminente tonfo mondiale.

Gestire l’economia mondiale attraverso la gaia apocalisse di una economia basata sul sistema odierno, è da irresponsabili, se non addirittura da matti. E quel che è peggio, i matti sono ai vertici dei manicomi, ovvero le banche.

La crisi investirà, entro 3, massimo 5 anni anche Cina ed India: a quel punto saranno cazzi amari per tutti perché la ripresa USA ed europea non compenserà il crack di Cina ed India e perché la disoccupazione sarà ancora alta e crescerà ancora il debito, soprattutto quello esterno che porterà Germania e Francia alle soglie del baratro. Continueranno a crescere le materie prime, caleranno – di conseguenza – i già insufficienti aiuti ai paesi più poveri, africani in testa – e ciò comporterà lo spostamento di massa di milioni di persone verso USA e UE.
Non si tratterà più di semplici sbarchi di clandestini, ma di una vera e propria migrazione di massa. E crescerà la criminalità organizzata: l’unica che in un simile bailamme, avrà da guadagnare.

Dirò di più: già dalla prossima primavera potremo avere crisi economiche che destabilizzeranno i paesi africani e quelli dell’estremo oriente. Siamo ormai vicini al momento in cui gli uomini di finanza dovranno abbandonare le poltrone che – truffando – hanno occupato. E dovremo prestare attenzioni ai militari dei paesi sudamericani e a quelli dei paesi ex URSS. E alla stessa Russia.

Vediamo le cause che sono alla base di questa mia previsione. Anzi: la causa: la proliferazione di masse di credito bancario usato per tenere a galla il mercato azionario e alimentare i giochi speculativi dei fondi di copertura e sui derivati.
Questa massa di liquidità ha tra i suoi effetti di aver provocato l’abbattimento dei salari a causa della inflazione che ha generato.

Tanto per cercare d’essere compreso da tutti: gli Stati Uniti, a metà degli anni sessanta, avevano un dollaro fortissimo ma in poco più di 40 anni ha perso l’85% del proprio valore generando i “nuovi ricchi”: gli speculatori.

Erano la potenza industriale più grande del mondo, oggi sono de-idustrializzati e reperiscono fuori tutto ciò cui abbisognano.

Purtroppo l’attuale economia è basata sui:

1. FIRE: Finance Insurance Real Estate, ovvero Finanza, Assicurazioni e Speculazioni Immobiliari
2. il terziario non avanzato – ristoranti e bar: avete notato quanti ne sono spuntati in questi ultimi anni?-
3. il traffico d’armi.

Manca l’industria totalmente.
Ma giocare coi FIRE rischi però di bruciarti! In Italia ci ha giocato Italease che ha perso la metà del suo capitale.

Ora vi chiederete: ma come hanno fatto persone prive di denaro a speculare: senza soldi non si va da nessuna parte.

Risposta: col credito frazionale. E che minchia è? Provate ad andare in banca e chiedere un prestito col “credito frazionale”. Il più veloce vi dirà che non esiste; il più villano vi dirà che “lei non rientra nei parametri” vi tenderà la mano alzandosi indicando chiaramente che dovete andarvene;
il più cretino vi darà una spiegazione tecnica forbita di paroloni i cui non comprendete il significato e vi licenzierà col sorriso accattivante, vi accompagnerà alla porta, ancora una stretta di mano e…”è stato un piacere Signor….come ha perfettamente compreso noi – come banca – siamo a sua completa disposizione”.
Ma tu non hai capito una mazza e l’altro sa che non metterai più piede nel suo ufficio per un “credito frazionale”. E ti continuerai a chiedere di che cazzo si tratta.

Eccolo qua:

Se un risparmiatore deposita nel suo conto corrente 100 euro, la banca presterà non quei cento euro, ma mille.
Il deposito del risparmiatore (un «passivo» per la banca, perché su di esso paga i modestissimi interessi al depositante) è solo la «riserva» in base alla quale può «creare denaro dal nulla», moltiplicandolo al momento di aprire un fido ad un imprenditore o un mutuo a chi compra una casa. Questi prestiti sono «attivi» per la banca (perché lucra interessi non modesti su 900 euro che non ha), ed è interesse della banca minimizzare i passivi e aumentare al massimo gli attivi.
In teoria, la banca vorrebbe operare con pochissimi depositi (passivi) e fare tantissimi prestiti creando denaro dal nulla.
Le Banche Centrali impongono perciò una riserva obbligatoria, ossia la percentuale di soldi che la banca deve avere in cassa rispetto ai fidi che ha aperto.
Per lo più le banche amano operare con una «riserva» del 3-5%, il che consente di prestare circa venti volte il denaro che hanno in deposito, ma aumenta il rischio della loro insolvenza.

Ovvio che se ti chiami PincoPallo quel tipo di finanziamento te lo scordi, magari se ti chiami Tanzi o Cragnotti o Canavesio e siamo agli inizi degli anni ’80, quel prestito te lo danno. Come lo hanno dato a Ricucci, Coppola similari che – ingordi – ne hanno approfittato finendo come sono.

Capito? Si fanno soldi coi soldi che non esistono e sono solo scritturali, ovvero si tratta di denaro creato dal nulla - non guadagnato, non corrispettivo alla produzione di merci reali, non frutto di risparmio - che circola nell'economia come moneta, ed è la causa prima dell'inflazione.

Inoltre, è denaro privato, come lo è tutto il denaro degli stati (leggete il mio post di ieri).
Col sistema del credito frazionale la valuta esiste solo sotto due forme:
1. prestiti;
2. interessi.
E gli interessi, seppur bassi, diventano alti se l’economia del Paese non cresce.



I Buoni del Tesoro, le spese fatte con le carte di credito, la contrazione di mutui per la casa, fino ai prestiti miliardari frazionali sono prestiti. E i prestiti vanno restituiti. E si restituiscono quando c’è lavoro: è il lavoro la sola vera ricchezza di una famiglia e – quindi – di uno stato.

Oggi il nostro PIL (Prodotto Interno Lordo) mediamente cresce dell’1% e i tassi passivi che subiamo viaggiano intorno al 14%.

La Germania cresce molto più di noi – quasi il 3% eppure i suoi tassi sono simili ai nostri. Questo perché il suo debito pubblico è per la maggior parte esterno.

Negli Stati Uniti, il rapporto è più o meno lo stesso.
Ne consegue che le imprese che non si autofinanziano, ma devono ricorrere a prestiti bancari, devono produrre il 20-22% per restare a galla.
Cosa impossibile in un'economia anemica.

Nella gaia apocalisse di una finanza che ci indebita tutti, l’economia reale occidentale muore.


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