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IL GUARDIANO DELLA SOGLIA Capitolo IX

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CAPITOLO  IX  .  La rivelazione

 

Benché il giorno fosse ormai formato, la luce non superava l’intensità del crepuscolo; Isabella aprì gli occhi e nella penombra, scorse Osor ai piedi del letto.

“… ma… - esclamò con accento contrariato – io non dovevo tornare qui, ma restare a Tebe. La principessa Nefer morirà se non tornolaggiù.”

“Inutile domandare quel che gli Dei non han disposto.”recitò la voce fatalista e sentenziosa della prodigiosa creatura.

“Io devo salvare la principessa Nefer.” insistette caparbia la ragazza.

“Moriresti tu, mia signora e senza dare  salvezza all’altra te stessa. Sta scritto così nel Libro. Sta scritto: non si chieda troppo al Destino.”

“Sai, amico mio, cos’altro sta scritto su quel Libro? –replicò la ragazza – Sta scritto: non fasciarti la testa troppo presto!”

Isabella non voleva proprio arrendersi.  Voleva tornare a respirare l’odore dellaTerra Rossa nelle notti della stagione della Germinazione e voleva risentire la primavera frusciare tra le canne del Nilo, dove le cicogne andavano anidificare. Lei sognava di rivedere le nere navi del popolo dei Fenici,ancorate nel porto ed i panni sciorinati al sole sulle terrazze delle case.Desiderava correre ancora tra le case dei vecchi quartieri di Ipet-Sut  o di Khefer-her-nebes, a Tebe…

La porta che si apriva e l’ingresso di Alessandro ed Alìimpedirono ad Osor la replica.

 Anche a loro laragazza disse la stessa cosa:

“Devo tornare a Tebe. Devo salvare la principessa Nefer.”

La voce di Osor, però, sorprese tutti:

“Già una volta la mia signora ha attraversato le vie insidiose della Duat..”

Non lo lasciarono finire:

“Le vie insidiose della Duat?” chiesero in coro.

Ru peret en heru… Sacre formule per Uscita alGiorno… per Ka su strade Duat.. come  mia Signora.”riprese Osor e, come sempre, quel suo esprimersi in un singolare composto di parole e accenti di ieri e dioggi, fece salire in tutti l’empito di una eccitazione quasi incontenibile.Perfino lo scettico Hammad, dovette subire il contagio di quell’eccitazione.

“Cosa sta succedendo? Posso saperlo?” domandò.

“Lo senti anche tu. - rispose il professore – Sta parlando delle formule che permettevano al Kadel defunto di uscire di giorno dalla tomba… Osor è convinto che Isabella sia il Ka della principessa Nefer.”

“Qualcuno crede ancora che gli zombi sianoun’invenzione moderna? – scherzò Alì, poi chiese alla ragazza – Tu ricordi qualcosa?”

“Cosa dovrei ricordare? Quel viaggio esiste solo in unantico mito. – rispose la ragazza, ma, inaspettatamente, prese a recitare:

              “Il Baè solo al cospetto di Osiride e dei Quarantadue

              “Occhio Fiammeggiante e l’Assetato di Sangue…”  

“Ma… - stupì Alì – Non sono antiche formule funerarie? –disse -  Come fa Isabella a conoscere quei nomi e quelle formule?”

“Deve averle apprese dalla principessa Nefer. – ipotizzòAlessandro -Secondo la dottrina egizia, come sapete, al centro della Sala del Giudizio, Anubi disponeva una bilancia: su un piatto posava il cuore del defunto e sull’altra la Piuma che Maat, dea della Giustizia, si staccava dal capo. Maat reggeva la Bilancia e Thot registrava il risultato della Pesaturadel Cuore, mentre Divinità protettrici, come Horo, Kepri, Nephty, Iside…assistevano il defunto..

               Ocuore della Madre, non levarti contro di me

                Non rivolgerti contro di me al cospetto degli Addetti alla               

                Bilancia…” tornò a recitare la ragazza -

“E’ una invocazione di clemenza e persuasione del cuore adire la verità.” spiegò ancora Alessandro.

                  Maibestemmiai davanti a Ra

                   mai feci opera di spergiuro, calunnia,menzogna

                   Dissetaigli assetati e traghettai chi era senzabarca.

                  Achi non aveva cibo ne offrii…”

“E’ la Dichiarazione d’Innocenza per ipeccati rappresentati dai  Quarantadue Giudici.”

“Per la Barba del Profeta! – esclamò Alì – Sembra disentire il Corano..”

“… e Le sacre Scritture…- fece eco  il professore – La sorte del defunto dipendeva dalla sua condotta in vita. Coloro che non superavano il Giudizio, venivano dati in pasto ad Ammit la Bestia. Per gli altri, invece, c’era una felice esistenza nella fertile Terra d’Occidente... il nostro Paradiso.”

“La principessa Nefer deve aver superato tutto questo.”osservò Isabella, ma la risposta venne una volta ancora dal prodigioso Osor.

“Prima si devono attraversare le pericolose vie della Duated affrontare le insidie nascoste nella profondità della terra e delleAcque… Questo si deve fare prima di salire sulla Sacra Barca di Ra e parlare al suo Equipaggio…”

Una volta ancora, la ragazza lo interruppe:

“Io conosco quelle insidie. – la sua voce, carica di una inconsueta eccitazione e dall’accento trasognato  e distante, dirottò verso di lei l’attenzione dei quattro – ConoscoRew ed he-kau, le Formule Magiche e gli Incantesimi con cui ipotenti Sacerdoti “costringevano” le Divinità ad intervenire in loro favore.  So con quali parole  convincere i Guardiania lasciarmi attraversare le Porte e conosco il tono di voce con cui pronunciarle senza che esse mi rechino danno…Conosco i nomi dei Guardiani e socome convincerli a non usare contro di me le loro mannaie e i coltelli… econosco la formula per attraversare il Ro-Stau, che è la Portad’Ingresso al Regno Sotterraneo e so…”

Staccata e lontana, la ragazza si guardava intorno conaria smarrita mentre parlava e quella stanza-sepolcro, impregnata di inquieta atmosfera, pareva  custodire la distesa misteriosa della sua vita.

Cadenzate e impolverate come vecchi oggetti riposti in unannoso scrigno, quelle parole fecero fremere l’aria già scossa..

“Tutte queste formule!... Isabella può sciogliere moltimisteri.” esclamò Alì, ma il professore smorzò il suo entusiasmo.

“No! – proferì – Non metterò mai a repentaglio la salutementale di mia sorella… Basta così! – aggiunse perentorio poi chiamò, con voce decisa – Isabella… Isabella, scuotiti…. Isabella…”

“Ehi, ma perché stai gridando così?” fece la ragazza, come svegliandosi da un sonno profondo.

“E’ ora di porre fine a questo gioco. E’ troppopericoloso!” disse il fratello.

Isabella pareva aver, ormai, riacquistato il pienocontrollo.

“Non credo alle mie orecchie! – esclamò  - Non ti interessa più scoprire verità? Mihai detto che il campo magnetico della Terra era oggetto di studio da parte deisacerdoti egizi fin dai tempi di Thut-ank-Ammon? – Alessandro taceva e laragazza incalzò – Hai sempre detto che le Piramidi hanno quella forma e quellacollocazione non per caso… Non ti interessa più verificare la tua teoria? Nonsei tu quello che non dorme di notte perché vuole scoprire come abbiano fatto quegli straordinari architetti ad eseguire calcoli tanto precisi pur disponendo di unità di misura come bastoni e funi che, in presenza di umidità, sono soggetti a dilatazione?”

“Oh, se lo vorrei! – proruppe Alessandro, sollecitato nell’orgoglio; nel fondo delle sue pupille sfavillava la fiamma che gli bruciava lo spirito – E’ indubbio che la forma delle Piramidi non sia casuale,come è certo che esse abbiano un diretto rapporto con il sole. Certamente, lePiramidi non  erano solamente tombe:erano simboliche scale celesti, erano osservatori astronomici… erano, insomma,costruzioni funzionali e simboliche insieme.”

“Hai sempre detto che daresti l’anima per scoprire isegreti delle Piramidi.” incalzava Isabella, sempre più persuasiva

“Ah! Se è vero! – sospirò Alessandro – Scoprire per qualelegge fisica all’interno delle Piramidi il processo di decomposizione rallentano, se preferite, accelera quello di mummificazione,  è il sogno di tutti gli scienziati. Scoprire le cause per cuientrano in atto influssi nefasti per la psiche umana… non pochi archeologi hanno sfiorato la pazzia, ah.ah.ah… spero che questo non accada pure a me..”

“Forse i sacerdoti egizi conoscevano metodi, a noi ignoti, per sprigionare o accumulare radiazioni cosmiche… E’ così’?”

“Ciò presuppone che gli Antichi Egizi sapessero giàdell’esistenza di radiazioni cosmiche.” interloquì Alì.

“E’ certamente così! Nelle Piramidi potrebbero esserciaccumulate  energie che noi non conosciamo,che fanno impazzire i nostri strumenti di misurazione e che…”

“… che io potrò scoprire, se tu mi lascerai tornare laggiù.”lo interruppe la sorella .

“Senza fare pazzie, però, vero principessa? – parve finalmente capitolare il professore, che girò il capo verso il prodigioso Osor,come a chiedere l’approvazione alla sua decisione – Cosa ne dici, tu, amico mio?”

“Ognuno di noi è il Guardiano del proprio Destino!”rispose sfingea la creatura.

 

 

 

 

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