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al testo di Gian Piero Stefanoni
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MONTEVERDE NUOVO una vita violenta
Ancora oggi ne attendono il rogo, ancora oggi ne hanno bisogno; tra i fiori e le mosche, dentro la carne che preannuncia il mercato.
“Pasolini frocio!”. Scoppiando al suo sole.
Pasolini frocio!!”. Nel cerchio sui manifesti.
per Stefano Gay Taché
“Ho fatto quel che ho udito”. Dice l’uomo, nell’illusione dopo la preghiera.
Ma di tutte le cose mortali restiamo noi le meno amate se anche oggi i colori ci scacciano e gli uccelli sugli alberi non beccano il cibo per loro riposto.
Perchè poi c’è la storia, e di tutti gli idoli di cui ci siamo fatti immagini la terra di cui non siamo stati coscienza senza residenza nel ghetto.
NAVICELLE Roma sotto la neve
Ma poi il volto d’ebete s’allarga, si scopre prima di noi nel tempo oltre la storia, ora che la sigaretta nel ghigno lo acquista alla sua felicità domestica.
La deviazione, lo sento, è nel pensarci con occhi che vedono solo il male; dove del respiro il vapore si ferma non ritrovando corpo a cui dare stanza per quella Parola dalla cui memoria veniamo.
Eppure, non smettono di lanciarsi in piccole volute d’anelli, i figli d’Asia nelle piazze deserte; quietamente coincidono per noi sconosciuti, lontani, come risalendo da un solo sorriso nella fissità di pupille indifese.
Sanno che vive di veglia la terra, che proprio dopo, sempre ci aspetta la carità chiamando dal presente. |
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