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Gli uomini usciranno dalle case col cappello calzato un po’ di sbieco, la giacca buttata sulla spalla agganciata ad un dito piegato. Camminando sulla strada di campagna le ultime pozzanghere rifletteranno i loro volti che sanno di colonia e di sincerità, sottili fili d’erba fra i denti per catturare i profumi del mattino fra i prati. Le donne attenderanno, nastri fra i capelli e panieri colmi, di fronte un grande tavolo dove qualche anziano, già seduto, giocherà a carte cercando la mossa giusta in un bicchiere di vino. L’aria sarà tersa, ma all’orizzonte fili di fumo ricorderanno che vi sono città bruciate, palazzi in rovina, ma saranno ormai racconti per i fanciulli, che rincorrendosi fra gli alberi, giocheranno ad essere gli uomini che diventeranno in quel nuovo mondo che sta per cominciare. Gli alberi staranno per fiorire, ombreggiando campi che verranno arati e seminati, il vento porterà via la polvere e le urla, ripulirà dalla caligine i tetti delle case. Finalmente torneranno gli uccelli dai luoghi lontani dei loro rifugi, vi saranno comprensione e conoscenza e il futuro spalancherà le sue porte, domani. 
Oggi la guerra è finita.

[ Dal Calendario 2011, LaRecherche.it, Gennaio 2012 ]

 Alessandra Ponticelli Conti - 19/12/2013 17:23:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Grande testo. Con la speranza che si realizzi la tua profezia
Buon Natale
Alessandra

 giuliano - 02/01/2012 15:30:00 [ leggi altri commenti di giuliano » ]

Un sincero grazie alle mie adorate commentatrici

 Franca Alaimo - 02/01/2012 00:09:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

l’inizio è sempre una sorta di rito; e il rito ci chiede di uniformarci a delle regole armoniose, ad un ritmo sacrale.
E’ lo stesso principio che regola i cicli delle stagioni, rotazioni e rivoluzioni degli astri, la vita e la morte dei giorni, uno dopo l’altro. Ogni volta che,al mattino, facciamo scorrere in su la serranda, e facciamo entrare la luce del nuovo giorno nella stanza, celebriamo un inizio: tutto ritorna a noi e noi torniamo al tutto, agli altri. Possiamo fare di ogni giorno un capolavoro o un disastro.
E non conta se non ci siamo riusciti prima, c’èancora del tempo; per questo motivo una prosa come questa Di Giuliano può essere proposta sempre come fosse nuova.

 Loredana Savelli - 01/01/2012 22:14:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Questo scenario mi ha commosso: è il miraggio con cui cominciamo ogni nuovo anno, ogni passaggio di tempo. La speranza ce la mettiamo tutta ogni volta, anche se l’esperienza ci suggerisce di lasciarcene un po’ come riserva...

 Lorena Turri - 01/01/2012 18:49:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Maria
amo pensare che la guerra sia davvero finita. Non possiamo dirlo adesso ma, forse, domani lo sapremo. Io posso solo dire che oggi mia figlia ha mangiato un po’ di pasta, un po’ di pane, un po’ di secondo col suo contorno e qualche assaggio di dolcetti. Ha bevuto anche un mezzo flute di spumante! E’ ancora poca cosa, ma è già un traguardo!
Ho sempre pensato che quello che accade nel nostro piccolo, accade anche in un mondo più grande...
Un abbraccio a Giuliano!

 Maria Musik - 01/01/2012 18:06:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Ci avevi lasciati, lo scorso anno, con questo delicato e poetico racconto. Era bello pensare ad un 2011 che, morendo, ci avrebbe lasciato la pace. Invece, inizia il 2012 e la guerra non è mai finita. Anzi, ne é cominciata una sotterranea e subdola. Ma, forse, vuoi lasciarci anche quest’anno un dono di speranza.
Grazie, in ogni caso, perchè la bellezza ci consola... sempre!

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