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La ricerca

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A la Recherche du temps perdu (Alla ricerca del tempo perduto) di Proust è un’opera quasi enciclopedica nel suo contenuto multiforme, vi sono infatti in essa numerosi studi e citazioni, dalla psicologia, all’arte, alla musica, ma essa è sostanzialmente una grande ricerca. La ricerca essenziale è, come palesemente suggerisce il nome, del tempo, perduto, in quanto passato e non più ritrovabile, non perduto in quanto sprecato. Ma è solo alla luce di quanto esposto nella parte finale, Il tempo ritrovato, che questa ricerca assume un significato, diventa possibile quando la memoria involontaria fa si che il tempo passato appaia al Narratore ancora completamente presente in lui, gli fa aprire gli occhi con uno sguardo interiore che svela la potenza del tempo passato e gli dà la grandezza dell’opera d’arte. La grande cattedrale che il Narratore costruisce come struttura e come, oserei dire, decorazione, con personaggi, opere musicali, quadri e altro diventa pienamente visibile a lui nell’interezza e magnificenza di particolari, quando la memoria involontaria, che già affiora in vari momenti dell’opera, diventa pienamente comprensibile e, come un faro, getta la sua luce dentro i ricordi e la vita del Narratore.
Ma l’aspetto che voglio esaminare ora è quello della ricerca totale di Proust all’interno della sua opera, prima che la stessa diventi “del tempo perduto”. Già dalle prime pagine di Combray, vi è una costante ricerca, essendo riferibile ai primi anni di vita dello scrittore, vi è un gusto nel cercare i colori, i sapori e le persone del mondo al quale si affaccia; non a caso le persone e i luoghi sono cercati attraverso il loro nome, comincia a gustarne l’aspetto esterno, cercando via via con gli anni di dare una tridimensionalità a questi nomi riempiendoli degli aspetti reali che la vita gli porterà. Nel dipanarsi delle vicende della vita del Narratore vi sono ricerche artistiche, pittori, musicisti, scrittori, cattedrali gotiche, miti e via dicendo vengono esaminati con la lente del ricercatore per trovare in quale dei loro aspetti vi sia la Verità, quale sia l’ingrediente magico che fa di alcune opere opere d’arte. La psicologia è un altro terreno in cui si muove il nostro esploratore della vita: gli aristocratici vengono impietosamente esaminati e spesso sbeffeggiati dai risultati di un incessante esame che porta a scoprire che spesso dietro una maschera di altezzosità, buone maniere e affettazione si nasconde un preoccupante vuoto. E così via, Proust, come un alieno in visita in un mondo sconosciuto studia ed osserva, sotto la sua lente passano tutti gli aspetti della vita pubblica e privata delle persone con cui si relaziona; la politica, in particolar modo l’affare Dreyfuss, con tutti i risvolti che ebbe soprattutto a causa del ritorno prepotente dell’antisemitismo.
Vi è poi una grande ricerca dell’amore, svolta meticolosamente soprattutto all’interno di se stesso, per capirne i meccanismi, per ritrovare anche l’amore della madre, è spesso ricerca del dolore e della colpa che porta con sé spesso un’altra ricerca quella dell’espiazione.
Tutte queste ricerche portano giorno dopo giorno alla costruzione del grande capolavoro, il capolavoro assoluto che è un’esistenza che diventa opera d’arte proprio perché fatta di sforzi per comprendere il mondo circostante, e facendo tesoro di ciò che si trova, delle esperienze della vita.

Ed è in questa ottica che abbiamo chiamato il sito La Recherche, la ricerca costante di quanto ci circonda, la vita vissuta con gli occhi aperti ci porta a raccogliere intorno a noi tesori che vanno ad abbellire, a rendere ricca l’esistenza. Una vita passata a chiedersi se effettivamente c’è qualcosa di più, qualcosa di meglio ci porta a scoprire tesori molto spesso nascosti o, peggio, non considerati tali dalle mode correnti, assume l’aspetto di una vita passata a costruire un’opera d’arte.
E’ per questo che invitiamo tutti a dirci qualcosa: perché siamo curiosi, non di una curiosità fine a se stessa od oziosa ma perché siamo sempre alla ricerca.

 clown - 06/07/2015 14:24:00 [ leggi altri commenti di clown » ]

... e in effetti la ricerca è come una complessa opera d’arte, come se in fondo fosse una confessione che, nel tempo, ciascuno vuol lasciare dietro di sè. Le tante poesie pubblicate nel sito hanno, sovente, un minimo comune denominatore: la ricerca di se stesso, come esperienza sia intima che sociale. In fondo ognuno vuole raccontare, aggiungere un tassello a questo puzzle che è la vita.

 Giuseppe - 31/08/2010 15:27:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe » ]

In questi giorni, dove ci si confronta col riento in ufficio e con i conseguenti problemi usuali, la lettura de La Recherche è un piacevole momento di evasione dalla quotidianità.... Solo leggendo quest’opera si può apprezzare il tuo testo che condivido pienamente. Complimenti.

p.s.: sono solo a pag. 657

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