LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Gian Piero Stefanoni
La passeggiata di una farfalla ferita

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

 

Non sappiamo nulla di Beda se non il celarsi dietro lo pseudonimo di un giovane autore veneto alla sua seconda prova. Ma non importa perché quello che ci preme sottolineare è la fuoriuscita di un'identità poetica molto forte, strettamente intrecciata- volente o nolente- al destino di una civiltà in declino senza più spirito di interrogazione e dunque di direzione, di un mondo ormai ben dentro al crepuscolo cui questo stizzoso reclamatore di luce contrappone uno strattonamento inverso entro le lande e gli antri di coscienze e città e boschi nella disgregazione di panni che più non calzano. Ciò che più affascina è il reclamo naturale che si leva da questi versi che via via, nell'evocazione del ritmo giusto dei mondi (per dirla alla Holderlin), vanno a indicare la possibilità ancora viva di un'etica di ricomposizione (e non di freno ormai) dopo la caduta. Abbiamo citato Holderlin ma dovremmo, e non a caso allora,fare piuttosto il nome di Trakl nel tempo della povertà così ben presente in questa poesia che procede per accellerazioni e divagazioni del pensiero e del corpo ma anche per scandalose indolenze nell'accidia di un'anima non sommabile ai conti. Ed è qui allora, nella malinconia di una disappartenenza ora subita ora fieramente inseguita, l'impronta comune di un'epoca che ci rispecchia rendendo cara una scrittura cui per questo vien facile perdonare gli eccessi di sovrabbondanza e la debolezza di alcuni esiti linguistici. Tanto più che ogni procedere, ogni disavanzo vien messo in conto nella cura di un orizzonte di spoliazione e consegna. La farfalla è ferita perché tale, perché nella virtù di una compiuta e definita luce che si rovescia nella disarmonia degli squilibri, che tende al nero nell'oscurità degli spazi compressi. Eppure, è nell'alzata di spalle, nella grazia stessa della ferita che viene anche da un uso strumentale della fede, da una devozione ipocrita che rigettando la terra rigetta il cielo, la coscienza di un peso rimesso alla logica di una parola che sa nella mancanza l'unità, la risonanza affettiva delle origini. La direzione è quella di una bellezza non storpiata tra reclami di carezze e prese (sapendone i tagli, sapendone l'alfa) ma partecipata in un divenire entro l'utero infecondo di un'acqua che non alleva , là dove è impossibile rinascere , là perché impossibile rinascere. Di qui l'ostinato guardare in avanti della testa e del sangue, di qui il canto e l'affidamento - mai orfico però, mai utopico- alla notte in cui sfiorito come le gerbere, come le cose, rifiorire nel sonno che tace il nostro tempo. La scrittura stessa che appare nei toni sfuggente e lontana, a tratti infastidita e sfacciatamente distaccata da un umano senza più vita (incapace e finito al termine della propria storia) in realtà conferma un'aderenza dell'uomo prima che del poeta ad una natura che non mirando a procedere con noi pure sembra mostrarci nella veglia delle sue mutazioni la possibilità finalmente di vincerci entro una bellezza che si trascende e supera perché finita. Questa è la strada che Beda insegue nell'accettazione della mortalità di un destino (nel carico di pena comunque iscritta in ognuno) e a cui richiama nel segno di una vita, nella sua rinascita, che va dunque letta prima di essere scritta. Una fuga all'indietro allora, un respiro delle origini connotato però non solo da un oscuro giudizio (che è sempre dell'uomo mai della terra) ma anche da una luminosa offerta, quella del ragazzo fatto pellegrino. In conclusione dunque un testo che si consiglia (pur nelle accennate fragilità) e del quale volutamente non abbiamo riportato alcuna citazione lasciando alla lettura d'ognuno, nel pungolo, gli affondi e le separazioni che ci riguardano.

 

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.