LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Gian Piero Stefanoni
Berretto a bubbole

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

Divertente, arguta, a tratti irrispettosa per le provocazioni e le debordanze linguistiche delle sue interrogazioni, delle sue irriverenze rispetto a un quotidiano e a un mondo ostinatamente chiuso nelle proprie irriflessioni e nelle proprie irate inconcludenze questa terza prova (oltre a una raccolta scritta a quattro mani) della trentenne umbra Costanza Lindi. I riferimenti, i padri o i fratelli nobili che negli echi o nelle risonanze esplicite si accavallano sono quelli già dal titolo di Pirandello, quello di Marinetti e poi di certi richiami alle avanguardie del secolo scorso, a Palazzeschi ci pare soprattutto nonché alla cantautorialità degli anni settanta. E poi, eppure, nelle rivisitazioni di cui si fregia- nel divertissement mai banale del cimento- ecco i richiami anche al mito greco, nell'appassionata controfigurazione di Dei e uomini (Pandora, Narciso, Elena, Eco, Icaro), e lo scioglimento dalle carte della storia letteraria (Don Chisciotte, Cyrano, Mercutio, Achab) di una simbologia umana colta sempre in quel surplus di connotazione fatta di aspirazione e rovescio nell'incalzare della menzogna e della morte in cui solo Romeo, sapendo ascoltare le proprie bugie, può dire benedetta la propria follia. La maschera così va a connotare nella stasi delle paure il rammento di un bisogno e di un mondo che è nel minuto, nel frammento che lo copre e lo può svelare ("Tutto quello che voglio sapere/è in un granello di sabbia"). L' arlecchinata della prima e omonima sezione ma soprattutto la narrazione della seguente "Pseudobardi", entro una scrittura che come uno svuotatasche raccoglie il tutto- necessario, ordinario, frivolo- della vita, svelano uno spazio che nel riflesso poetico della Lindi si industria comunque a procedere senza di noi avendolo smarrito nel basso di una terra che non sa più la sua meraviglia ("Forse è meglio così./Sono giochi da grandi" subito però aggiungendo nel sarcasmo della dolenza). ll percorso, la cattura di nuovo del sentiero passa dal fingersi ciechi, dal restare dietro agli altri nella fantasia e nella provocazione delle mani in tasca, dal vivere distesi come camaleonti "sulla corolla di un papavero,/sposando la luce/ come capro espiatorio". In una realtà deformata e deformante, in un mondo in cui ogni cosa ha il nome sbagliato , l'ordine è dato dal "rendere leggibile l'essenziale", da uno "scrivere sull'acqua" reso nell'urto dei contrasti dal cortocircuito delle forme continuamente richiamate e impresse in giochi di parole che ne infingono la lingua illuminandola o mettendola alla prova nella capacità evocativa di suscitare prospettive e feritoie diverse come negli esercizi di "Gingilli" la sezione finale e in "Lilliput" dove in brevissimi versi i testi scherzano con gli elementi del mondo (dagli animali agli oggetti) in scomposizioni diremmo cubiste comunicando l' alternativa perfezione- e profondità- delle svagate dislessie che ci compongono (il mare che si mangia le parole nella spuma, le ali a mostrare la parte più bella delle giraffe). Pertanto è bene accompagnarla nel procedimento togliendo alle sue disposizioni il nome di maschera perché nell'effetto riuscito il volto che ci mostra è quello di un tempo rimestato e smorzato per misericordia al fuoco di una disperante urgenza che è in quel perdono di noi stessi che viene a strattonarci fino al tramonto nel riconoscimento di una medesima desolazione. La gioiosità sottesa, la vivacità della luce, la curiosità della vita e dell'amore ("Quello che vorrei capire/è perché le cose stanno così/finché stanno così,/e perché cambiano/per stare così/finché stanno così") è ciò che resta e che in conclusione guida oltre l' interrogazione metapoetica di una scrittura che sa sciogliere (e non "per finta") nel gioco delle frizioni e delle condivisioni il proprio soffrire, piangere e prendere la pioggia. Un autrice dunque nella solidità di un cammino a cui manca solo maggiore vigilanza rispetto a qualche eccesso che scema in dissonante ripetitività ma sempre nella chiarezza della partitura:"Che io possa essere estremamente breve/nell'estrema brevità del mio poter essere./Che l'estremo possa essere breve dentro di me/vantando con brevità l'estremismo del mio vivere".

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.