Maria Musik
- 10/01/2016 19:31:00
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Questo brano mi tocca profondamente, di più, intimamente. Per altre vie e altri motivi, ho provato sulla mia pelle due delle esperienze qui rappresentate. La prima: pur essendo credente, ho vissuto il disagio e lamarezza di dover nascondere o "annacquare" le mie convinzioni/credenze/scelte per riuscire a rimanere, pur nel dissenso, allinterno della Chiesa nella quale ero stata cresciuta e della quale avevo, in seguito, abbracciata la fede. E stata una esperienza triste e faticosa: sensi di colpa, dubbio insano di essere sempre nel peccato, paura di tradire la "mia gente". Poi, è scattato il rifiuto. Basta silenzi, riti vuoti di partecipazione, confessioni di peccati ritenuti tali da altrui coscienze: se Dio mi amava non poteva volere questo per me. Ora, sento che la mia chiesa è il mondo, la mia comunità le persone di "buona volontà", la mia messa si celebra ogni giorno quando, per amore, spezzo un piccolo pezzo di me e lo dò a un altro. Ora vedo che il peggior peccato che ho commesso e che posso commettere è quello di omissione. Non sono appagata nè libera dal tormento del dubbio ma, almeno, mi guardo allo specchio e vedo me stessa. La seconda esperienza è quella della negazione dei diritti attuata verso alcune categorie di persone, ritenute diverse perchè, per questo o altro motivo, non omologabili alla massa e, per ciò, inadeguate. Lo stato italiano (minuscolo) fornisce loro una blanda e insufficiente assistenza, la società non le riconosce come pari. Sperimentare che creature perfette (nella loro imperfezione) vengano sprofondate nel baratro della negazione del sè e condannate allinfelicità e al senso perenne di estraniazione a causa di una "menomazione psicologica" che gli è stata inflitta da quella stessa società che le ghettizza ipocritamente, vestendo di paroloni un malcelato rifiuto... è uno strazio. Queste situazioni divengono "faccende personali", di cui le famiglie si devono fare carico da sole, con i propri mezzi economici (spesso arrivando ad avvicinarsi alla povertà), con la propria capacità di resistenza, di opposizione, di fronteggiamento... quando e se ne hanno la capacità morale e materiale. Dovè la parità di diritti? Dove la dignità consegnata e tutelata in egual misura? Chi decide chi è "diverso"? Dio? No di certo! Io? No di certo! Quanti di voi, così convinti di stare dalla parte giusta, di essere detentori o tutori della Verità Assoluta, vogliono volgere il loro volto verso laltro, senza giudizio o pregiudizio? Non vi giudico ma, ricordate, che del Cristo si dice: "Davanti a Lui si copre il volto". Voi, che vi coprite il volto e stracciate le vesti, siete così convinti che causare tanto dolore, anche a una sola persona, sia giusto? Siete così certi di fare la volontà di Dio? Forse dovreste aprirvi al dubbio e lasciarvi andare ad un amore - che non chiede di vedere la cartà didentità, le analisi cliniche, la mappa del DNA, il profilo psichiatrico, il permesso di soggiorno, lo stato di famiglia, la tessera di partito,... - prima di "permettersi di sgorgare".
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