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Commenti al testo di Fausto Torre
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Sei nella sezione Commenti
 

 Fausto Torre - 19/05/2013 18:48:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

ciao Cristina, sai già che amo e odio la mia incapacità di esprimere compiutamente ciò che sento :sentire è più che pensare, più che articolare, più che speculare... è troppo, per me, perché lo chiarifichi senza indulgere a compromessi tristi e poco onesti.
Ecco perché la mia idea di poesia, o opera scritta con intenzione artistica che sia, è che essa conservi, riservi qualcosa per sé.
però ti do un hint: questa è nata da una conversazione con un collega di lavoro. Era tutto preso da un amore rinnovato per il passato. Diceva che solo in esso poteva trovare qualche traccia degna di nota.
Non guardare a popoli di chissà quale mondo. Rimani qui. Dove ti trovi adesso.
Grazie per il tuo interesse e per la tua sempre gentile e intelligente partecipazione.

  Cristina Bizzarri - 19/05/2013 17:54:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Perché? Perché quello che noi, con la nostra capa"cità associativa, ironia, vagheggiamenti ispirati e tensione verso qualcosa che non riusciamo ad afferrare; noi siamo solo dei rozzi primitivi per gli "ufo"? Forse bisognerebbe accettare di non avere capito, ma mi piacerebbe molto - se è possibile - comprendere questa tua poesia, anche se forse non si può spiegare, solo mostrare ...



 chiara - 19/05/2013 01:21:00 [ leggi altri commenti di chiara » ]

un ragionamento condotto sul filo dell’aporia e del paradosso, che si chiude bruscamente (però con una certa ironia). nell’insieme sembra che una storia piccola e pervicace si inserisca in un più generale scivolare verso... l’alto. eppure: sorti magnifiche e progressive (la terra giace sconvolta, intanto, e s’è persa la cognizione dei succhi, dei sentori. della profezia)
A parte questa impostazione, dove appunto mi sembra di notare una criticità, si deve notare la sicurezza della tua scrittura. c’è una notevole capacità di variazione e unificazione formale. da qui l’impressione di libertà ma non di licenza, e anche di emancipazione dal "dover essere" che solitamente si attribuisce alla poesia (emozionante, comunicativa). sì, perchè qui e in altre tue che ho letto c’è quella che si può chiamare a lovely restriction. per gli inglesi è sinonimo di bellezza. ma non si deve confondere con l’oscurità, la cripticità. piuttosto si avvicina a una sintesi piana, che rinuncia agli eccessi personalizzanti, troppo coloristici.
E mi sembra che si affidi alla capacità di vedere il molto, passando attraverso un certo abbattimento dei picchi emotivi... uno stato d’animo ricapitolato ma non mai perfettamente verbalizzabile... mi dispiace che la tua sostanza sia così musicale! too much to me, yet not enough.