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Commenti al testo di Rosaria Lo Russo
Nel nosocomio (4 inediti)

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 Gabriella Greco - 23/04/2014 16:26:00 [ leggi altri commenti di Gabriella Greco » ]

Adoro la poetica di Rosaria Lo Russo, un es. San Fredianina, ma anche queste poesie tratte da Nosocomio non sono certo da meno. L’andare a capo "tutto suo", le parole e i versi crudi come cruda è la realtà di questi tempi, niente infiorettature e l’andare dritta al centro come freccia inesorabile, una finetra sulla quotidianità scarna così com’è.
Brava Rosaria

 Lucianna Argentino - 20/02/2012 17:52:00 [ leggi altri commenti di Lucianna Argentino » ]

Non è questa la poesia che amo ma certamente le parole di Rosaria Lo Russo sono forti e centrano in pieno - con ironia feroce - la fatuità, il vuoto del nostro tempo, vero e proprio nosocomio, che noi continuiamo a svuotare riempiendolo del nostro mediocre nulla. Un saluto, Lucianna

 Loredana Savelli - 20/02/2012 14:12:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Sì, come dice Lorena, la rigidità della misura del verso rende l’idea dei limiti materiali di un nosocomio, il voler limitare l’angoscia, il non-senso e la malattia in un confine, mentre invece la follia è fuori, anzi è il confine stesso. E all’interno del nosocomio si scatena la guerra più antica del mondo.

L’andare a capo in quella forma "strana" evidenzia la psiche frammentata e dissociata (a caporigo appaiono "me", "mio", "ego"). Molto efficace. Complimenti.

 Luciana Riommi Baldaccini - 20/02/2012 11:19:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Confesso che non conoscevo Rosaria Lo Russo, ma ho apprezzato moltissimo il suo modo di fare poesia, con la materia bruta della realtà, verso cui rivolge evidentemente una critica feroce, che non posso non condividere. E lo stile, così teatrale, come dice anche Lorena, che trasforma veramente la lettura in ascolto!
Grazie di questa proposta.

 Lorena Turri - 20/02/2012 10:46:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Trovo questi testi molto teatrali anche nella forma, con quell’andare a capo fuori da ogni regola grammaticale, che mi rende l’idea dello spazio limitato di un palcoscenico sul quale, sempre e comunque, si deve continuare. Interessante lettura. Grazie.