Pubblicato il 09/04/2008
Se credete che la mia sia una vita comoda e tranquilla, vi sbagliate di grosso! Oggi siete tutti portati a pensare che basti avere un lavoro ed una casa per essere felici. Ma non è così. Non ho mai avuto problemi d’impiego o di alloggio eppure sono tremendamente infelice. Sono il tipo che tutti si permettono di schiacciare, tanto io non mi ribello. Sono lì che aspetto di soccombere sotto il peso degli altri. Vivo da otto anni con un uomo. Quando mi scelse mi sembrò d’impazzire dalla gioia. Non avrei mai creduto che un tipo come lui, elegante e raffinato, si potesse accorgere di me così semplice, tradizionale. Quando mi portò a casa sua pensai di aver finalmente trovato il mio posto. Ed, invece, la mia esistenza si tramutò in un inferno. Lo amo immensamente: quando è fra le mie braccia rabbrividisco. È fantastico rimanere unita a lui ed aderire alle linee del suo corpo così muscoloso eppure delicato. Le spalle piene, la schiena lievemente arcuata, il bacino stretto e compatto, le gambe lunghe e forti. E i suoi capelli, i suoi capelli così folti e lucenti, in cui affondare il viso. Dio, come lo amo. Ma lui no! Lui, oramai, non si accorge nemmeno di me. Da anni sopporto tutti i suoi tradimenti. E non crediate che si preoccupi di nascondersi. Le porta tutte in casa: bionde o brune non fa differenza purché siano giovani e belle. E quando ha finito ritorna sempre da me, come se niente fosse. Ed io, stupida, lo accolgo a braccia aperte e lascio che mi si strofini contro malgrado abbia ancora addosso il profumo dell’altra. Mi può anche mettere i piedi addosso, tanto lo lascio fare. Ma l’altra sera ha superato ogni limite: è entrato in casa con una brunetta sofisticata che si è permessa persino di criticarmi: ”troppo bassa... mal vestita…le fantasie a fiori non sono più di moda” e lui, l’ipocrita, quasi, quasi si scusava per il suo cattivo gusto. Ma ora basta, me ne vado. E voglio vedere se quella smorfiosa gli lascerà vedere tutte le sere quattro ore di televisione e se lo troverà così “sexi” quando gli si addormenterà addosso.
Che se lo prenda: io non lo voglio più. Ho la mia dignità: che diamine, anche le poltrone hanno un’anima!
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