La luce estiva come una colata d’oro sul giardino
E il cielo chiaro, arcano come una fronte pensosa
Ripiegata sulla mano; l’albero di susino, folgorato dai raggi,
Giovane e biondo come un cherubino, è un fruscio di osanna.
Ma ecco che appari tu alla finestra: i capelli di fuso rame,
Le gote accese dal sonno accaldato tra le lenzuola,
La pelle scintillante di sudore, la bocca col mio nome.
Sorridendo alla tua immagine umida di bagliori,
Ti grido da lontano: Adesso vengo, Giulio, sì, vengo…
Intanto che penso: Quanto ti amo, viso bello di sole,
Figlio della mia gioia, estate abbacinata del mio cuore
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