Pubblicato il 22/06/2024 15:03:36
Un’emozione poetica senza fine Recensito in Italia il 20 giugno 2024 Nel discorrere riguardo quest’ultima preziosa collezione del piú che promettente poeta Galvagni, giá piú volte riconosciuto a livello nazionale, cercheró di delineare un piccolo viaggio le cui tappe siano i titoli stessi delle sue prime quattordici intime creazioni. Per legare le atmosfere suscitate e le emozioni mosse in una pellicola vivida impressa dal suo personale concetto di divenire. Dal sibillino “Silenzio acuto del mattino” emana pian piano l’”Orgoglio dei vivi”, ovvero tutta la forza della vita che dal poeta prorompe, sostenuta come su “Ali di farfalle” leggiadre ma ondivaghe, in un saliscendi senza tregua e senza sosta. “Il poeta” ed “Il pazzo” s’immergono qui l’uno nell’altro e l’”Arcobaleno” è ció che ne fa da tramite. Perché? Perché il Galvagni non dice, suscita. Non spiega, colora. Le due figure sono qui legate nell’abbraccio con cui il poeta accoglie in sé il pazzo nel suo lavoro duro a servizio del poeta, con tutti i pastelli che ha nell’iride del suo “Arcobaleno”. Senza “Cicatrici d’amore” come schegge nelle carni il poeta non sa stare, lapalissiano nel testo, e da quel bruciare ecco la tensione vivifica da cui tutto il creare sorge. E si amplia. Il “Grande inganno” è che tutto è sempre stato evidente ma che nulla si è potuto fare per evitarlo. Che sia la sua personale visione della “Magia del destino” tutto questo? “Ho visto te” esclama il Galvagni! La sua pluridecorata musa, il suo angelo ineffabile, intangibile, inarrivabile. E subito dopo con “Vieni, vieni da me usignolo” fa da eco ad un pigolio che lo ripara da questa pioggia, che canta per lui per lenire quell’ansia d’amore che lo sfascia. E dopo che sia un’”Alba di neve”, un’”Aurora azzurra”, che siano “Schegge di stelle”… è come il tornare in sé, come l’uscire da quell’apnea insostenibile. Che torni il creato a alimentare il poeta, che lo salvino le cose tutto attorno. La catena poetica potrebbe andare avanti fino alla fine, in uno “Stream of Consciousness” degno del piú motivato James Joyce. Il segreto qui è sorseggiare questa silloge tutta d’un fiato, senza soste. Credo sia il modo piú brillante per sentirsela addosso come il lieto formicolio lungo la schiena che è capitato a me. Buona lettura, ne vale davvero la pena. Andrea Romanelli
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Marco Galvagni, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|