Pubblicato il 21/08/2011 16:52:29
Mi riconosco nella profonda sera scura e in lei sono un piccolo argine di bellezza solare e vergine che l'esercito dei dolori trascura
La mattina qui è una pallida croce fra l'erba, un dolce albero storto, deviato dalla gioia, che ha ancora la sua tenera voglia di controluce
Che pesante mi ama e che mi ha scelto come un neonato dal seno a furia divelto
Posso portare questo martirio mano manina solo se c'è un fuoco, intenso, a parlarmi d'amore ad abbracciarmi di estrema poesia, ed estrema è la notte.
Sia chiaro: non è stato il sole a bruciarmi l'innocenza e neanche il vuoto del cuore che riempivo con le dita
Forse la mancanza del sole e la presenza del vuoto.
Non voglio più vivere lontano dal miracolo
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