Voi che il dolore e la storia crudelmente perseguita,
Uomini spogli, donne dissanguate, stendetevi sul mio corpo
Come su un prato fresco di erba e di papaveri labili e gaudiosi
E ridendo, rasserenatevi del mio amore fertile, moltiplicatelo.
E voi bambini spauriti, angeli delicati che l’orrore ha devastato,
Rannicchiatevi nei ventricoli del mio cuore di poeta, implumatelo
Di leggerissimi pensieri, e giocate a chi lo mangia più in fretta,
E poi piantatelo ancora come un seme perché vi dia sempre frutti
E fiori e ombre da spargere sul capo come carezze, e notti scintillanti,
Cieli velati d’aurore rosarancio. O volti germogliati, o vene azzurrine come fiumi,
O fiori nascenti, voi tutti amati e ridenti, quando il male si sarà raggrumato
E sarà sceso nel fondo, e Dio, come una morbida femmina di tordo,
Vi coverà nella coppa del suo nido intrecciato di silenzi e di perdono.
Quando il mondo perderà la vergogna, quando ovunque sarà luce fonda.
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