Pubblicato il 25/07/2008 21:35:00
Una ragazza vive con la famiglia in un piccolo villaggio della costa palestinese, vicino Jaffa, ai tempi della dominazione romana. Conduce una vita serena, ed ha come grande amico il mare, nel quale è la sola ad immergersi, malgrado i superstiziosi divieti della società. Quando per lei giunge il momento di diventare sposa la sua bellezza ha la meglio sull’umiltà della sua famiglia di pescatori e viene data in moglie da un ricco commerciante molto più grande di lei, che la conduce nella sua casa di Gerusalemme. La ragazza vive la sua condizione di sposa senza amore, con la rassegnazione che le è stata insegnata, ma ben presto capisce che l’amore è ben altra cosa, un giorno, infatti, conosce un centurione e tra i due divampa presto la passione. La loro relazione è assai pericolosa, sia per il fatto che la donna è sposata sia perché i romani erano i nemici del popolo palestinese, visti come invasori nessuno voleva avere alcun tipo di rapporto con loro. Ad ostacolare la loro relazione ci si mette anche un amico del marito, Eliazar, che vorrebbe la bella donna per se, ma essa lo rifiuta ripetutamente, facendoselo nemico. Egli di nascosto la spia e medita la sua rovina. L’occasione non tarderà ad arrivare, durante la festa del sukkot, in cui è tradizione dormire fuori casa in tende che ricordano l’esilio degli ebrei, la donna e il suo amante romano si appartano in una tenda per passare la notte insieme. Ma vengono scoperti, a causa di Eliazar che seguiva la donna. La punizione per l’adulterio era la lapidazione, la donna viene così trascinata nella piazza antistante il Tempio per essere giustiziata. Qualcuno, però, intercede per lei e le salva la vita; questo sarà l’incontro determinante per la donna, infatti chi la salva è l’uomo conosciuto come Yoshua Ben Yossef, e più avanti Gesù. La donna liberata fugge, abbandonando tutti, compreso suo figlio, ma quando vuole incontrare di nuovo l’uomo che l’ha salvata scopre che è stato crocifisso, con il cuore pieno di dolore per aver perso tutte le persone che amava giunge come schiava a Cipro, dove diventa ben presto la preferita e l’amante della sua padrona. Dopo la morte della sua protettrice giunge a Roma come schiava di Lucio Anneo Seneca. Presso la sua casa conduce una vita tranquilla dove, malgrado le amarezze della vita e i tormenti, si lega a Fedro. Durante il grande incendio di Roma, la donna, nella disperazione di aver perso Fedro, cade di nuovo nel peccato e si unisce ad un altro uomo, proprio in quel mentre Fedro riappare salvo tra le macerie, ma di fronte al tradimento della donna che ama, per il dolore, si getta tra le fiamme.
Già l’amore le aveva causato una perdita, oltre all’allontanamento dalla famiglia e dal suo unico figlio. Ora si ritrova sulla spiaggia, sola, come in preda alla follia, a tracciare misteriosi segni sulla sabbia, come vide fare quel giorno ormai lontano, sulla spianata del tempio, quando le venne risparmiata la vita per intercessione diretta del Nazareno, fatto che ella non aveva mai confidato a nessuno nel corso degli anni, ma che si ritrova a ripetere a causa del lacerante dolore e in prossimità del suo antico e forse unico – sincero – amore: il mare. Il ripetere quei gesti venuti da lontano la porta a rivivere la sua intera esistenza e si sente pronta a svelare al suo attuale padrone ogni suo segreto, anche l’identità del suo salvatore, e lo fa scrivendo le sue memorie, in due volumi, in sostanza tutto il romanzo appare come scritto da lei medesima. Al termine della vita, e del libro, Seneca, le dona la libertà, come riscatto delle tante sofferenze e come ricompensa per avergli donato i suoi ricordi con sincerità, rivelandone anche le parti più scabrose, anzi, proprio attraverso esse, fa capire come la ricerca dell’amore l’abbia resa sempre indomita ed è stato proprio l’amore a renderla – sebbene schiava – donna libera, libera nel cuore, nella mente e nel corpo. L’ormai ex padrone perirà di lì a poco, di propria mano, e dell’adultera si perderanno le tracce, ma essa è ormai donata all’immortalità dal Vangelo, nelle parole di Giovanni.
La narrazione, condotta con mano sicura e felice da un grande scrittore quale Conte è, si sviluppa con eleganza lungo il corso degli anni, narrando con toni spesso poetici ed in modo minuzioso la vita di uno dei personaggi del Vangelo, di cui, in realtà, si sa ben poco. Potrà apparire strano constatare come essa, dopo essere stata perdonata da Gesù, sia ricaduta nella stessa colpa, ma forse è così per tutti: malgrado Gesù ci abbia redenti, sacrificando la sua stessa esistenza, continuiamo nella strada del peccato, sebbene con rimorsi e sensi di colpa a volte intollerabili; è nell’essenza stessa dell’uomo ritornare a cadere dopo che una mano caritatevole e misericordiosa lo ha risollevato. A causa di un romano la donna cade nel peccato la prima volta, e, sempre con un romano, vi ricade, ma sarà ancora un romano a modificare il corso della sua esistenza liberandola dalla schiavitù. Al di sopra di questi uomini che le hanno donato sventura o libertà terrena, vi è l’Uomo, che le ha reso la vita e l’ha resa libera di vivere il suo amore, senza giudicarla e punirla. E qua sta il pregnante messaggio dell’opera, ovvero gli uomini possono giudicare o condannare chi vive l’amore con libertà, ma Gesù ama chi vive il proprio amore col cuore, sapendo di fare una cosa necessaria alla vita stessa e che spesso la cosiddetta morale è solo un esile paravento dietro il quale perpetrare le peggiori nefandezze come si è visto fare ad Eliazar. La precisa ed acuta ricostruzione crea, intorno alla vicenda, una cornice storica assai apprezzabile, e per certi aspetti getta un ponte sulla storia ponendo in rilievo alcuni aspetti delle vicende umane che sembrano essere rimasti inalterati nel corso dei millenni, quali la dominazione straniera delle terre, o gli schiavi che fuggono verso Roma sulle navi dalle quali molti cadono e vengono lasciati annegare – sono fatti che leggiamo, oltre che nei testi storici, anche sui quotidiani, quasi ogni giorno –; oltre, naturalmente, al fatto che una donna che si sente libera di amare, seguendo il proprio cuore, può essere giudicata e condannata dalla “società”, ma per Gesù resta comunque una persona da amare e capire, semplicemente da lasciare vivere ed andare per la sua strada, con libertà.
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