Lungo il Rio delle Amazzoni
Il battello si mosse, tra difficilissime manovre, per uscire dal porto e seguire la corrente, fendendo l'acqua con la chiglia e lasciandosi dietro una scia bianca ed azzurrina. Presto si staccò dalle altre imbarcazioni e prese il largo, andando incontro all'arcipelago dell'Anavilhanas ed allo spettacolo dello sposalizio del Rio Negro con il Rio Solimeos, dal cui amplesso nasceva il Rio delle Amazzoni.
Sulla riva, palazzi, case, baracche e chiome di alberi, andarono scomparendo, inghiottiti dalla nebbia e dalle ombre calanti.
Lasciata Manaus, il Rio delle Amazzoni continuava il suo cammino verso l'oceano; le luci del "Tucano" penetravano le acque raggrinzite dal vento e tutt'intorno si respirava un'atmosfera indicibile e variegata di sensazioni, splendori ed effetti speciali della Natura. Nell'atmosfera primordiale che avvolgeva ogni cosa, lo sguardo si riempiva di stupore: piante rigogliose, felci gigantesche, mangrovie dalle forme insolite, liane intricate.
Le ombre della notte erano ancora estese, ma un pallido chiarore iniziò ad arrivare da lontano: l'Aurora sul Rio delle Amazzoni era uno spettacolo sconosciuto sotto altri cieli, grandiosa e senza confini, carica di impetuosa vitalià. Poi, il giorno si fece strada con prepotenza, tingendo il paesaggio con colori di fuoco.
Sul "Tucano" non passavano alimenti, ma c'era uno spaccio dove si poteva acquistare cibo preparato a terra o cucinato a bordo e anche bevande come cahaca o succhi di ananas e avocado. E non mancavano freschi sorvetes al gusto di maracuya e cayus, che lasciarono deliziato il palato dei tre amici, ma soprattutto quello del piccolo carioca.
"E' tutto così immenso. - proruppe Sharon -Credi davvero che l'uomo sia capace di turbarne l'equilibrio? Sembra tutto così... così possente ed inespugnabile."
"Già!... Eppure questa gigantesca forza della natura - Richard le sfiorò la guancia con l'indice - sottoposta a fuoco e al taglio scriteriato, si trova in serio pericolo... Guarda quelle case in rovina... - il giovane indicò delle casupole in evidente stato di abbandono -Sono state abbandonate da contadini in disperata, incessante migrazione. Anche qui, come nelle immediate vicinanze della Transamazzonia, dove il Governo ha accantonato il progetto di colonizzazione agricola in favore di interventi industriali, i contadini vengono ricacciati sempre più lontano."
Richard ebbe una pausa, che riempì con una sorsata di maracuya, poi riprese, dopo essersi schiarito la gola:
"Questa foresta viene distrutta al ritmo di ottantamila chilometri l'anno; viene depredata e saccheggiata con notevole danno per l'ambiente... senza contare le antiche culture sopravvissute e l'alto potenziale di risorse e conoscenze scientifiche in essa racchiuse... Lo sai che alla base di un gran numero di farmaci usati in tutto il mondo c'è la flora e la fauna delle foreste pluviali?"
"Sì! - assentì la ragazza, continuando a gustarsi il suo sorbetto - Lo sapevo."
"Vivono qui, in questa foresta, - continuò Richard - piante ed animali la cui linfa e le cui secrezioni leniscono punture d'insetti, neutralizzano veleni e costituiscono potenziali anestetici o antiemorragici naturali. Molte società farmaceutiche americane ed europee collaborano, nelle loro ricerche, con la popolazione indigena che possiede un enorme patrimonio di conoscenze naturali ereditate dagli antenati... Tutto questo rischia di andare perduto."
"Perché stanno distruggendo la foresta?" domandò la ragazza; Richard scosse il capo:
"L'isolamento geografico finora ha protetto questo mondo meraviglioso ancora in parte da scoprire, ma la possibilità ch venga irrimediabilmente danneggiato è un pericolo reale e concreto... Questa foresta provvede da sé al proprio nutrimento con il sole, l'anidride carbonica dell'aria, l'acqua e i sali minerali del terreno. La cosa più importante, però, è la grande quantità di ossigeno che produce... Questa, è una foresta dall'estensione enorme... Sai quanti sono i fiumi che si gettano nel Rio delle Amazzoni?"
"Sono più di mille. " interloquì Rodrigo, che aveva ascoltato attento e voleva mostrare di conoscere la sua terra.
"Bravo Rodrigo! - Richard lo gratificò di un sorriso e con un buffetto sulla nuca gli scompigliò i già contorti e ricci capelli nerissimi - Sono esattamente mille e cento, i fiumi e gli affluenti che sfociano nel Rio delle Amazzoni." spiegò.
"Rio delle Amazzoni... Chissà perché si chiama così!" interloquì Sharon e Rodrigo, prontamente:
"Io lo so! - disse - Fu l'esplorarore spagnolo Francisco de Orellana, compagno di quel Pizarro.. . a dargli il nome."
"Hhhh! - Sharon ebbe un'esclamazione - Come fai a sapere tutte queste cose?" domandò.
"L'ho letto in un libro... Io so leggere, sapete."
"E che cosa sai di questo Francisca Orellana?" domandò la ragazza con un sorriso.
"La sua spedizione fu attaccata dagli indios della tribù dei Cumuris - spiegò il ragazzo, tutto lieto dell'interesse che i due amici gli riservavano - Dovete sapere che questi indios, dall'aspetto sembravano donne e così gli uomini di Orellana li chiamaroni Amazzoni, come un antico popolo di donne-guerriere."
"Certo! - assentì Richard - Le Amazzoni della mitologia greca."
"Quanti conquistadores sono giunti qui alla ricerca di facili guadagni? - osservò Sharon - Tutti, però, sono stati fermati e sconfitti, perché la Natura sa difendersi dalla violenza dell'uomo!"
"Sicuro! - assentì Richard - La Natura sa rigenerarsi e rimettere le cose a posto, anche se dovrà impiegare un po' di tempo per farlo. Occorrono decine di anni prima che una foresta tropicale si sviluppi su una piantagione abbandonata e questo perchè le zolle del terreno fertile sono soltanto di pochi centimetri: in una foresta di questo tipo, sono le stesse piante che provvedono a rigenerarle con i rami e le foglie morte."
"L'uomo va e il Fiume resta!" sentenziò il piccolo carioca.
(continua)
brano tratto dal libro di Maria Pace
"S.O.S. Pianeta TERRA" edito da G. PRINCIPATO EDITORE