Pubblicato il 22/07/2008 19:20:00
E’ arrivato in redazione questo gentile libretto quadrato del formato undici per undici centimetri, intitolato “l’aria in tasca”. Nella quarta di copertina, in basso, vi si legge: “bufferia, buffaggini varie e poesia”; non sappiamo se dietro la stampa di questo libretto vi sia una casa editrice oppure sia stampato in proprio, ma sappiamo che non è presente nelle librerie in quanto l'autore ci ha comunicato che è possibile ricevere gratuitamente il libretto facendone esplicita richiesta (chi fosse interessato ce lo può comunicare all'indirizzo di posta elettronica redazione@larecherche.it, provvederemo ad inoltrare la richiesta all'autore). Per quanto minuto, il libro, e anzi proprio per questo, ci pare doveroso recensirlo, ogni sia pur piccolo refolo di poesia ci pare sia degno di nota. Le poesie di Costa hanno un ritmo baldanzoso, come vuole essere appunto una buffaggine, libera da calcoli e procedente a ritmo scherzoso: “Un PAZZO ha fermato / i LAVORI // non / permetto / che / si / tocchi / l’alberello / mio alberello / gioia vera del / mio / cuore / la / più / bella / na na na na na na na / son / spiegato / ?! // […]”. V’è, nella raccolta, una piacevole spavalderia che sorprende il lettore. Pare quasi un diario di sensazioni ed emozioni annotate da una persona in corsa, che salta da un capo all’altro di varie situazioni e contesti: “Avere la luna tra due dita / e non poterlo dire / (consunzione di un esilio con le orecchie / come vento fra i tetti) / immobile / su i sassi / non poter essere / stare / fotogramma incendiantesi / alla globale insaputa”. Nel suo metaforico andare spedito tra i versi, incontra personaggi di ogni sorta: “A leggere in fondo a un vagone / poesie al finestrino / lo trovai un inverno / Siediti capociurma, disse / […]”, oppure “Nel giardino vi trovo / a dividere un pane e la domenica / […]”. Poco importa se tali personaggi sono reali o immaginari, poiché ogni fatto o panorama descritto è comunque filtrato e mostrato in prospettiva dall’occhio del poeta che tutto trasforma in simpatica buffaggine, anche se talvolta amara. In alcuni tratti della lettura però si può tirare un sospiro di sollievo, un attimo di sosta prima della nuova corsa. La piccola raccolta, senza neppure i numeri di pagina, è interessante per quanto ci pare anche necessario, prima di arrivare ad una genuina originalità espressiva, che l’autore debba lavorare maggiormente per coniugare l’innovazione verbale con una forma stilistica adeguata. Attendiamo nuovi lavori.
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