Pubblicato il 06/07/2011 10:26:11
S’innalzava dalla navata silente voce dell’organo sacra ed arcana.
Ed i miei occhi brancolano nel buio tra l’assiepata ed assorta gente.
Dove brillerà ora il tuo sguardo, cometa distante nel cielo ferito della solitudine, mia stella di rifulgente disincanto?
Nei palpiti del cuore riecheggia il concerto fiorentino il vivido incanto d’un terso, ottobrino mattino.
Nell’oscurità mistica Il prisma iridescente di luce, una voce antica si ridesta nel torpore degli anni andati.
Ed ecco il verde argenteo della collina il silente incedere dei benedettini frati di San Miniato al Monte che svettava dall’altura.
Il mio sguardo estasiato dalla fiorentina bellezza, gioia pura, stringevi dolce e premuroso la mia mano nell’ombra fluttuante lungo i filari di marittimi pini, livida e scura.
Il tuo abbraccio d’autunno fragrante d’amore più del primaverile zefiro, i miei occhi accarezzavano il mare di giada dei tuoi in emozionato sospiro.
Tra le volte affrescate nel profumo d’incenso e cera bruciata il baluginare fioco delle candele.
Dispiega ali di fuoco nell’incendio della nostalgia la Memoria ed il cuore vola alle soavi sere, all’incanto agreste, al sorriso autunnale dei poggi nello scarlatto manto quando mano nella mano camminavi con me al tuo fianco.
Buia e mesta la lombarda navata, freme la malinconia dalla rimembranza ridestata.
E l’anima s’illumina accoglie il fiore di niveo stupore nel silenzio.
Una perduta voce, l’organo nell’arpeggiare divino il sublima bacio d’infinito in Santa Croce.
I dardi del sole tra le antiche vetrate, le mie angosce nella luce serena al sole di un’effimera speranza dileguate.
E mi rifugio fra le tue braccia ancora nel tuffo di porpora del sole dietro i poggi, nel tramonto mio fosco e solitario di oggi.
Ondeggia mesto e malinconico il lago, aleggia un pensiero d’amore vago all’orizzonte.
E fiore di rimpianto la musica lontana e perduta del fiorentino incanto.
L’armonia segreta nel cuore mio suggellata in lacrima argentea e muta.
La musica riecheggia dolce e nei giochi di luce ed ombra dei ricordi inquieto il cuore si placa ed indulge.
Carezza d’infinito la tua voce nel presente oscuro che l’anima graffia e dileggia, bacio di luce quella musica distante e soave che accompagna il mio incedere solitario e grave.
Fioriva in petali di luce lo scarlatto giglio fiorentino, il sorriso di vita e gioia negli occhi d’un bambino.
Il mormorio dell’ Arno oltre il rimpianto nel fluire della vita dal crudele inganno, quando sulle strade della tenerezza camminavamo vicino ancora fianco a fianco.
Quando in un bacio sotto le arcate del Ponte Vecchio la fenice in fuga della felicità ci sussurrava dolce all’orecchio.
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