Pubblicato il 24/02/2011 08:40:15
Se volessi un'altra volta queste minime parole sulla carta allineare (sulla carta che non duole) il dolore che le ossa già comportano
si farebbe troppo acuto, troppo simile all'acuto degli uccelli che al mattino tutto chiuso, tutto muto sull'altissima magnolia si contendono.
Ecco scrivo, cari piccoli. Non ho tendine nè osso che non dica in nota acuta: "Più non posso". Grande fosforo imperiale, fanne cenere.
(da "Composita solvantur", in Poeti italiani 1945-95, a cura di Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi, I Meridiani Mondadori 2006, pag. 138)
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