Pubblicato il 12/02/2011 15:47:11
Lo sapevano gli ardui alunni di Pitagora: come le stelle tornano ciclicamente gli uomini; ripeteranno gli atomi fatali l'incalzante Afrodite dorata, i tebani, le agore.
In epoche future opprimerà il centauro col piede solidungo il petto del lapita; fatta polvere Roma, gemerà il minotauro nell'infinita notte del suo palazzo fetido.
Ritornerà ogni notte d'insonnia, minuziosa. Dal medesimo ventre rinascerà la mano che adesso scrive. Eserciti di ferro costruiranno l'abisso (David Hume disse la stessa cosa).
Non so se torneremo in un secondo ciclo come le cifre d'una frazione periodica; ma so che un misterioso rotare pitagorico ogni notte mi lascia in un luogo del mondo
che è di periferia. Un angolo remoto che può trovarsi a nord, oppure a sud o a ovest, ma ha sempre un muricciolo di un pallido celeste, un folto fico scuro e un marciapiede rotto.
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