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La bella vista della camera 70

Poesia

Valerio Meledandri
Casa Editrice Ismeca

Recensione di Roberto Maggiani
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Pubblicato il 02/07/2008 21:20:00

Valerio Meledandri è nato a Tonara (Nuoro) nel 1950, è laureato in lettere e ha dedicato e dedica la sua vita all’insegnamento.
“La bella vista della camera 70” è un cofanetto che include un disco video DVD e un libretto stampato: è un videolibro di poesia. Inserendo il disco in un normale lettore DVD si può godere della lettura/recitazione dei testi poetici.
Sono poesie ben scritte, che si leggono/ascoltano con piacere anche per la loro ampiezza quasi narrativa ma che, attraverso un sapiente lavoro metrico e di ricerca della parola, hanno una gradevole e godibile musicalità nei versi. L’abile uso della parola fa trasparire una serietà di scrittura non comuni. Si avverte che l’autore possiede la lingua in maniera adeguata e la usa nello scorrere del testo con sapienza, riuscendo, nell’accostamento musicale delle parole, a evocare sensazioni piacevoli e continuità di discorso poetico. V’è coerenza di composizione in tutto il (video)libro. L’importanza dei contenuti e l’acutezza delle intuizioni esistenziali è esaltata dalla serenità con cui le parole accompagnano il lettore/ascoltatore. L’autore ha confidenza con la lingua e questo gli permette l’utilizzo di parole desuete se non addirittura di porsi sul confine del neologismo.
La musicalità sembra essere un elemento importante nell’ascolto del mondo di Meledandri a tal punto che si ritrova nella interessante e bellissima poesia intitolata, per l’appunto, “Musicalità”: “Piove, piove mentre incerta è l’ora, / piove un’acqua sanguigna di deserto; / le gocce bussano discrete / sulla sorellanza di tegole antiche, / tutto pare ascoltarle / poiché tutto tace /religioso e meditante. // Liquida è la musica, / ancestrali le note, / acuto il profumo della terra. / Non v’è altro suono, altra voce / che ci parli un po’ del mondo, / dedichiamo a noi stessi / questa profondissima dolcezza”.
L’autore manifesta una rilevante e fine sensibilità nei riguardi della natura e delle relazioni che intercorrono tra l’umanità e le cose naturali, piante e animali. Bellissime sono le poesie “Una solida ragione”, “Lazzarina” e “Trilogia del cane”.
“Una solida ragione” è una poesia che si legge spontaneamente almeno due volte di fila, una volta per godere della sua musicalità, l’altra per seguirne il ragionamento. Inizia così: “Ieri ho amputato un ramo al callistemo. // Non ha detto che non voleva, / non ha maledetto le ragioni umane / […]”.
Anche sul fronte esistenziale, strettamente umano, manifesta una sensibilità affinata, probabilmente, sul dolore che il vivere, inevitabilmente, ci riserva. Anche l’aspetto trascendentale rimane sempre molto immanente e legato alla materialità, vi è un forte disagio verso coloro che dovrebbero rappresentare in qualche modo la spiritualità del perdono e che spesso invece conducono inesorabilmente verso la cupa sensazione di una condanna certa: “[…] / Io sono qui / e a questo punto sono giunto / senza l’essenziale patrocinio / di Santa Madre Chiesa, / a massi poderosi o in minuto ciottolame / perduto, dove lo ricordo poiché mai / si perde un Dio per caso. // Lo straordinario smarrimento / si compì tra fogli di giornale ed esauste omelie, / […] / Sempre cosciente della esistenziale emorragia, / non m’adeguai comunque all’operaia operosità / dell’ape comunista, / ma neppure spiccai il volo/ chiedendo in prestito ali e leggerezza / ai fantastici miracoli di Esculapio od Ireneo / […]”. Ma l’autore, abilmente, prende tempo e ragiona, allarga lo sguardo e vede, “nel grande deposito antistante l’Aula del Giudizio”, le molte domande relative ai veri crimini dell’uomo, arrivando così a convincere del fatto che forse il peccato personale vada riproporzionato: “[…] / Recupero il mio, i miei e le mie, / parte del nostro e nella dovuta proporzione del vostro, / potrò infine entrare nell’Aula estrema / dove m’attendo non un Giudicante / poiché mai ho peccato ponendomi al fianco / di signori della guerra o imbrattandomi / di umano mercimonio o sottraendomi / al dovere dell’uomo per l’uomo / […]”.
Un videolibro molto interessante e godibile in un semplice ascolto, anche senza guardare necessariamente le immagini. Per quanto riguarda il video, a mio avviso, sarebbe stato meglio evitare lo scorrere dei testi sulle immagini e l’alternanza di una variegata esposizione di fotografie con l’immagine dell’attore Alessandro Maggi che legge, sarebbe stata preferibile. Ma questa è una minuzia in relazione alla ottima stesura dei testi.

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