Pubblicato il 21/01/2011 08:06:17
Ora m'accorgo d'amarti Italia, di salutarti Necessaria prigione.
Non per le vie dolenti, per le città Rigate come visi umani Non per la cenere di passione Delle chiese, non per la voce Dei tuoi libri lontani
Ma per queste parole Tessute di plebi, che battono A martello nella mente, Per questa pena presente Che in te m'avvogle straniero.
Per questa mia lingua che dico A gravi uomini ardenti avvenire Libero in fermo dolore compagni. Ora non basta nemmeno morire Per quel tuo vano nome antico.
(tratta da "Foglio di via", in Poeti italiani 1945-1995, I Meridiani Mondadori, 1996, a cura di Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi, pag. 121)
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