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Cineuropa News - cosa accade in Italia.

Argomento: Cinema

Articolo di GioMa 

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Pubblicato il 10/04/2020 07:32:04



INDUSTRIA / MERCATO Italia

Roberto Cicutto: essere pronti per il "dopo lockdown"
di Camillo De Marco

09/04/2020 - Maggiore intervento da parte dei broadcaster, un desk per il tax credit alle produzioni internazionali, un fondo per attrarre investimenti esteri. I suggerimenti dell’ad di Istituto Luce Cinecittà.

Il presidente e ad di Istituto Luce Cinecittà Roberto Cicutto ha lanciato una riflessione a tutto campo sulla drammatica situazione dell’industria culturale e audiovisiva. Sintetizziamo i suoi suggerimenti in 7 punti “per una ripartenza che tenga conto di tutte le forze e le risorse dell’audiovisivo”.
1. Dobbiamo prendere in considerazione non solo film e serie TV ma tutti i prodotti audiovisivi (documentari, cortometraggi…) che devono trovare oltre ai mezzi di produzione anche forme adeguate di distribuzione e una maggiore attenzione da parte di broadcaster e piattaforme (soprattutto in termini di investimenti).
2. Nuove forme di intervento da parte dei broadcaster nazionali e delle loro controllate che devono stabilire parametri di valutazione del valore del diritto free e/o di altri diritti TV che vanno ad acquistare. Va escluso in ogni caso che tali broadcaster e loro controllate possano assumere la qualifica di produttore (ai sensi dell’art. 45 della legge 633-41) e che possano usufruire o avere accesso ai benefici riservati ai produttori.
3. Una miglior definizione dei palinsesti delle reti (anche tematiche) che valorizzino la produzione nazionale e le coproduzioni (di lungometraggi, cortometraggi, e documentari).
4. Garantire l’accesso al tax credit alle produzioni nazionali e internazionali (sul territorio italiano) stabilendo e comunicando tempi certi per la presentazione delle domande e i tempi di approvazione. Inutile ribadire che se si può fare una ragionevole previsione di fabbisogno per la produzione nazionale, più complicato è valutare quello per gli stranieri. Sarebbe importante aprire un desk per raccogliere in anticipo le richieste per produzioni a medio e lungo termine che vengano dall’estero.
5. Ripristinare un tavolo di coordinamento fra Istituto Luce-Cinecittà, ICE, MAECI e associazioni dei produttori e Film Commission per individuare le linee generali di azioni di intervento mirate all’internazionalizzazione. Il meccanismo dei decreti a sostegno di produttori, esportatori e distributori esteri di cinema italiano aveva dato buoni risultati. Meglio sarebbe garantire un fondo (in sistema revolving fund) per tutta l’attività di internazionalizzazione mirata alla commercializzazione e attrazione di investimenti. Uno dei problemi più difficili da gestire è la procedura per cui i ministeri competenti (MAECI, MISE, MIBACT) liberano questi fondi. La continuità e automaticità del loro funzionamento sono indispensabili per la pianificazione degli interventi.
6. La stretta collaborazione fra Istituto Luce-Cinecittà e tutto il comparto dell’audiovisivo instaurata nella gestione dei fondi cinema, e ora anche con il Pubblico Registro Cinematografico, deve estendersi al rapporto con i teatri di posa e i laboratori di postproduzione. I produttori devono poter valutare sempre (se utile al piano di lavorazione) l’opzione di girare in teatro di posa e non dare per scontato che i costi siano più alti rispetto al girare in location. Così come è auspicabile una più stretta collaborazione e scambio di informazioni fra Cinecittà e le Film Commission.
7. L’audiovisivo è fatto anche di patrimoni archivistici e cinema classico. La diffusione anche all’estero di questi patrimoni e le relazioni con istituzioni in tutto il mondo crea un circuito virtuoso che fa bene anche ai prodotti contemporanei. Sviluppare questi rapporti e le attività ad esse connesse arricchisce gli scambi e abbraccia territori nuovi e importanti Bisogna dotare Istituti di Cultura e Ambasciate di strumenti efficaci e di buona qualità per la diffusione di questi materiali.

INDUSTRIA / MERCATO Italia
Italian Screenings va online
di Vittoria Scarpa

08/04/2020 - La 17ma edizione del mercato annuale interamente dedicato al cinema italiano si terrà dal 21 al 24 luglio. Previsti 40 titoli tra novità e anteprime mondiali
Nuova location per Italian Screenings: il web. Il mercato annuale interamente dedicato al cinema italiano, che si è sempre contraddistinto per la varietà delle location (ogni anno una città diversa d’Italia), si terrà per la prima volta online e annuncia le date della sua 17ma edizione: dal 21 al 24 luglio. Un segnale di ripresa, continuità e vitalità del cinema italiano che la manifestazione organizzata dall’area Filmitalia di Istituto Luce Cinecittà, in accordo con Unefa (Unione Italiana degli Esportatori Film), vuole lanciare a tutto il comparto produttivo, in questo momento di grave incertezza legato all’emergenza coronavirus.
Ad ospitare Italian Screenings 2020 sarà la piattaforma Festival Scope Pro, già nota ai maggiori festival del mondo e agli operatori del mercato. Produzioni recentissime del cinema italiano saranno presentate a una platea di buyers da tutto il mondo e società di vendita internazionali. Il programma prevede circa 40 film, per la maggior parte anteprime mondiali. Tra questi, produzioni particolarmente attese al box office – commedie, film di genere e di registi amati dal grande pubblico – insieme a titoli più indipendenti e autoriali.
Sul fronte delle partecipazioni, gli Screenings 2020 si aspettano un raddoppio delle presenze degli operatori di mercato, provenienti da Europa, Americhe, Asia, estesi anche alla nuova importante platea di broadcaster e piattaforme online. Si prevede un flusso di circa 200 buyers e decine di world sales.

ITALIA
Chiara Valenti Omero • Presidente, AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema
"Dopo il virus i festival devono ripartire con i film indipendenti"
di Camillo De Marco

27/03/2020 - Abbiamo discusso con Chiara Valenti Omero, Presidente dell'AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema, delle conseguenze del lockdown e il futuro delle rassegne
Ogni giorno ci sono più di cento festival cinematografici che proiettano film in ogni angolo del mondo. Negli ultimi 10 anni il numero dei festival ha registrato un incremento straordinario, nel 2019 risultano attivi quasi ottomila festival (secondo FilmFreeway). Eventi glamour e popolari e appuntamenti dedicati a piccole comunità di cinefili e specialisti, ma tutti accomunati dalla passione il cinema in tutte le sue declinazioni. Ora questa passione è minacciata dalla pandemia di coronavirus. Ne parliamo con Chiara Valenti Omero, presidente AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema, rappresentante di un circuito in continua crescita ed evoluzione.
Cineuropa: Il 20 marzo avete indirizzato una lettera aperta al ministro della Cultura Dario Franceschini sulla crisi senza precedenti che rischia di mettere in ginocchio l’industria del cinema.
Chiara Valenti Omero: Nella lettera, che ha contribuito a produrre il primo effetto, la nomina ufficiale del nuovo Direttore Generale Cinema, abbiamo chiesto una salvaguardia del comparto promozione, attraverso 3 semplici punti. La definizione di una quota straordinaria riservata alla promozione (da aggiungersi al normale riparto annuale) per sostenere le manifestazioni che non si possono svolgere in questa emergenza e che hanno già sostenuto spese di preparazione e avviamento. La riconsiderazione della quota di riparto dedicata alla promozione perché quando il Paese potrà ripartire sarà fondamentale - nel nostro settore - poter contare su un sistema-festival di qualità ed efficienza, capace di promuovere al meglio su scala nazionale e internazionale il nostro cinema. Da ultimo, ma forse il più importante, un’accelerazione della procedura di erogazione del saldo dei rendiconti 2019, perché mai come ora e nelle prossime settimane ci sarà bisogno di ossigeno in termini di liquidità.
Nel frattempo il governo ha varato uno stanziamento speciale che include un fondo emergenze per cinema e audiovisivo di 130 milioni di euro. Basteranno per tamponare la situazione?
Bisognerà vedere quanti effettivamente di questi soldi andranno a coprire le necessità del nostro comparto. Purtroppo spesso scontiamo il fatto di essere considerati “gli ultimi” della filiera, mentre non dovrebbe assolutamente essere così! È ovvio che un film non esiste senza autore, senza una produzione, senza una distribuzione… ma non dimentichiamo che molti film in Italia, soprattutto quelli considerati “film difficili” (termine orribile) possono contare, in termini distributivi, solamente sui festival che spesso rappresentano una distribuzione parallela alla stregua di quella tradizionale. Spero che in questa situazione di emergenza si tenga conto finalmente di questo, dal momento che molti film che sarebbero dovuti uscire in sala in questi mesi primaverili rischieranno di essere messi nel cassetto. E quindi sarà quanto mai importante l’approccio da parte dei festival che dovranno avere un occhio di riguardo per questi film. Inoltre non dimentichiamo che fare un festival significa nel 90% dei casi lavorare tutto l’anno. Le persone che stanno facendo il loro lavoro in questo momento (dalla selezione dei film all’amministrazione) non potranno non essere pagate. In questo senso sarà fondamentale che ci sia un riconoscimento dei costi sostenuti in fase di rendicontazione dei contributi.
Qual è l’impatto dei festival sul pubblico e sullo sviluppo del territorio?
I festival sono di fondamentali importanza anche per la formazione e la fidelizzazione del pubblico, che troppo spesso è “narcotizzato” dai blockbuster e non conosce la produzione indipendente italiana e straniera.
E non possiamo non riconoscere che i festival rappresentano spesso uno dei volani culturali più rappresentativi da un punto di vista turistico per il territorio su cui si svolge, e di conseguenza temo che quello sarà l’impatto più negativo nel post covid19. Io sono ottimista di natura e sto continuando a lavorare in queste settimane come se tutto fosse confermato per il festival che dirigo (ShorTS International Film Festival, previsto a Trieste dal 26 giugno al 4 luglio). Credo sia importantissimo anche per dare una parvenza di normalità alle nostre giornate, e per dare un segnale di certezza alle persone che lavorano per noi.
La gente però fugge verso le piattaforme. Cosa pensa dei cambiamenti in corso: nei gusti, nelle forme di fruizione dei film dovuta alle nuove tecnologie?
La gente fugge verso le piattaforme oggi perché è costretta dalla quarantena a farlo. Ma sono convinta che nel momento in cui avremo il “via libera”, seppur graduale, ci sarà una gran voglia di tornare alla normalità nel più breve tempo possibile. Per cui non vedo di buon occhio né ora né per il futuro manifestazioni fatte on line che non siano ovviamente legate alla normale offerta di piattaforme professionali che già lo fanno. Anche l’offerta da parte di festival di “rivedere” film delle passate edizioni mi trova assolutamente d’accordo. Ma personalmente, piuttosto che fare un festival on line, lo rimanderei di un anno! Perché significherebbe snaturare completamente ciò per cui ci siamo battuti e abbiamo lavorato in tutti questi anni: il contatto tra autori e pubblico (soprattutto per alcuni generi di film), la visione in sala, l’incontro collettivo. Cerchiamo di recuperarlo, non di disperderlo!

MANAKI BROTHERS 2020
Il Festival internazionale dei direttori della fotografia Manaki Brothers apre il bando per il selezionatore del programma principale
di Vladan Petkovic

26/02/2020 - Il secondo festival cinematografico più antico del mondo dedicato ai direttori della fotografia è alla ricerca di un programmatore per la sua competizione principale The Macedonian Film Professionals Association has issued an open call for the programmer of the main competition of the Manaki Brothers International Cinematographers’ Film Festival, the world's second-oldest festival dedicated to cinematographers.
Members of the association and other distinguished film professionals, established critics and film theorists, whether native or foreign citizens, who meet the following criteria may apply for the position of selector for the main programme of the festival:
• University degree;
• Renowned and distinguished expert on world cinema;
• Long-standing experience and following of global film festivals;
• Published critiques, discussions or theories on films;
• Communication skills, especially with distributors, directors and selectors from other festivals;
• Active and noteworthy participation in the field of film.
The selector for the main programme of the Manaki Brothers International Cinematographers’ Film Festival has a two-year mandate, with a right to re-election.
Submissions must include a biography of the candidate, proof that the above criteria have been met and a detailed plan for the operation of the Manaki Brothers International Cinematographers’ Film Festival, which should be submitted by 25 March 2020 to the e-mail address contact@dfrm.org.mk or to the office of the association, at Str. 8 Mart, No. 4, 1000 Skopje, Republic of North Macedonia.




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