Pubblicato il 24/11/2010 18:01:55
L’uomo arranca barcollante per la stradina che costeggia la scoscesa riva del fiume. Cerca di passare dall’altra parte, ma deve forzatamente arrivare al ponte, distante ancora parecchio. La stradina, sul lato del fiume, è limitata da un alto steccato perciò l’uomo, ubriaco fradicio, non corre alcun pericolo di finire nelle sottostanti torbide acque. L’uomo, come avviene ormai metodicamente ogni sera, è da poco uscito dalla solita osteria e per rincasare deve compiere quel tragitto. Da anni, ormai, quella è diventata un’abitudine che termina puntualmente, poco dopo essere passato dall’altra parte, su una panchina non molto lontana dalla sua abitazione. Le forze, puntualmente, lo abbandonano nello stesso punto, in qualunque stagione e con qualsiasi tempo. L’uomo è ormai ridotto ad una puzzolente sagoma, fradicia del peggior vino dell’osteria, ma a lui ciò non interessa. In un qualche modo desidera che la morte ponga fine alla sua depravata vita, ma non ha il coraggio di correrle incontro. Osare tanto non è un gesto in sintonia con il suo carattere, in tutta la vita non ha mai osato anzi, si è macchiato delle peggiori nefandezze proprio per la mancanza di coraggio. La peggiore delle quali, quella che da decenni lo ha portato tanto in basso nella scala sociale togliendogli le residue volontà, è davvero unica. La vicenda, impressa indelebilmente nella sua mente gli ha tolto il sonno da tantissimo tempo e ogni volta che crolla con la mente sgombra dai fumi alcolici il ricordo di quanto successo lo assale inesorabilmente. Rivede allora un essere brutale in un lontano e tardo pomeriggio che, solitario e furtivo, si aggirava tra le navate della grande chiesa e, una dopo l’altra, svuotava le cassette delle offerte. Ad un certo punto compariva la figura di un ragazzino di circa dodici anni che lo guardava più incuriosito che sospettoso, e tanto meno minaccioso. Egli allora si fermava e, preso dal panico, afferrava il piccolo testimone per le spalle e lo sbatteva con violenza contro una colonna della navata. L’intenzione era quella di incutere un sacro terrore al ragazzino per fargli tenere la bocca chiusa invece la violenza fu tale da fracassargli il capo. Quando se n’accorse il corpo giaceva inerte tra le sue mani, allora, quasi con ripugnanza, lo scaraventò rabbiosamente lontano da sé e, racimolato il piccolo bottino, si dileguò nella penombra dell’incipiente sera. Da allora sono passati diversi lustri e quella scena gli è rimasta impressa per sempre nella mente, ma non per questo egli ha cambiato la sua vita. E’ rimasto, infatti, lo stesso ripugnante essere di prima. Furti e violenze, violenze e furti, stranamente impuniti come il barbaro assassinio, sono stati il suo pane quotidiano per tutti gli anni successivi fino all’imbrunire quando, seduto nella solita osteria , una forma di rimorso lo aggredisce e per soffocarla inizia a bere smodatamente. Infine, quando l’osteria chiude, inizia l’incerto e tormentato cammino e quando resta solo con la sua disperazione allora e solo allora la sua mente trova la forza di sfogare lo strazio con un silenzioso pianto. Agogna la morte pur temendola al punto di aggrapparsi disperatamente alla vita. Vuole morire ma con le spalle al muro senza avere alcuna via d’uscita. Anche oggi l’uomo, arrivato a metà del ponte sul fiume crolla per terra, sempre terrorizzato e aggrappato al parapetto. La mente è più offuscata del solito e i sensi, ormai stanchi di lottare sembrano sul punto di arrendersi all’inevitabile. Dopo pochi secondi in quello stato due figure si materializzano quasi contemporaneamente nei pressi del moribondo. Uno è Fapes, demone di terzo livello in una scala di valore che va da uno a cinque (il livello massimo) e l’altro è Zaffiro, un angelo di pari livello in una scala di simile valore. “Fapes!!” esclama contrariato Zaffiro all’improvvisa comparsa del demone. “Zaffiro?” esclama invece meravigliato Fapes trovandosi al cospetto dell’angelo. “E’ da tempo che non ci si vede!” “Fin troppo, sarà un’eternità. Che ci fai da queste parti?” “Lavoro” afferma mantenendosi sul vago Zaffiro. “C’è qualche brav’uomo che è finito giù tra i flutti?” chiede Fapes poi, vedendo che l’altro non fa una piega, rivolge lo sguardo verso il disgraziato rantolante e, costernato, chiede a Zaffiro: “Sei qui per questo sciagurato?” “Beh, mi ci hanno mandato” conferma quasi scusandosi Zaffiro. “Allora ti hanno giocato uno scherzo da preti. Questo ha più peccati sul groppone delle guglie del duomo di Milano. Chi te l’ha tirato Gabriele in persona?” “Nessuno scherzo, mi hanno dato l’indicazione esatta, mi hanno pure esortato ad affrettarmi per non farmi precedere da te.”. “Cosa?? Allora sei davvero qui per lui? Roba da pazzi! Lassù hanno preso una bella cantonata. Ma lo sai di quale orrore si é macchiato questo coso qui? Appena lo porto giù come minimo lo elevano direttamente al secondo livello.” “No, tu non lo tocchi. Ho la precedenza, e non solo perché sono arrivato prima. Conosci le regole, quando ci siamo noi dovete fare un passo indietro.” “Ma che vi sta succedendo lassù? C’è in atto un’altra rivolta di cui sono all’oscuro? In tal caso gradirei sapere di chi si tratta stavolta.” “Nessuna rivolta Fapes, le cose stanno come ti ho detto.” “Ma è pazzesco! Se adesso vi mettete a raccattare anche gli infanticidi noi quaggiù di cosa ci dovremo occupare? Dei ladri di polli?” Fapes è davvero incavolato e non fa nulla per trattenersi. “Mi dispiace, sinceramente, e non ti dico quanto, ma purtroppo questi sono gli ordini”. “Almeno vuoi spiegarmi come stanno le cose o è un segreto anche questo. Da chi è partito l’ordine?” “Dai capi in persona. Anche loro, però, Gabriele e Michele, si sono dovuti piegare.” “Non mi dire che l’ha disposto Lui in persona? Non si è mai occupato, che io sappia, di cose terrene”. “No, Lui no ma Pietro sì” “Ehhh! È un’idea di Pietro? Lo dovevo immaginare, non ne combina una che sia buona. Cos’ha escogitato questa volta quel gallo canterino?” Zaffiro, pur sforzandosi di non sorridere alla battuta di Fapes, tenta di dargli una spiegazione plausibile. “Non lo so di preciso, afferma che vuole fare un esperimento”. “Già così fece quella volta e scatenò il putiferio. Non fosse stato per lui non ci saremmo ribellati”. “Lo so, e non immagini quanto ci sia dispiaciuto”. “Allora dimmi cosa gli passa ora per la testa. Accogliere gli assassini, mah! chissà dove andrete a finire, magari vi trasferirete tutti dabbasso un giorno. Allora fammi sentire”. “Non è così facile spiegartelo” “E tu provaci lo stesso, tanto di tempo n’abbiamo quanto ne vogliamo, e non mi riferisco tanto a noi quanto a questo porco che la sta tirando per le lunghe.”. “Ecco, si tratta di questo: premesso che anche tu conosci la sua storia – dice indicando il morente – ha compiuto ogni nefandezza possibile fino all’infanticidio, poi non ha più vissuto come avrebbe dovuto o voluto. Ogni sera, puntualmente si è sempre pentito ….” “Ma che cazzo vai dicendo Zaffiro! Si è pentito lui? E quando di grazia, se lo abbiamo monitorato da oltre vent’anni. Mai una volta che avesse implorato pietà o che avesse gridato il suo pentimento. No, no, Zaffiro, questa proprio non la bevo. Dì quello che vuoi ma a Pietro qualche fusibile comincia a partire.” “Aspetta, senti il resto: anche se non ha mai implorato il perdono o gridato il suo pentimento, a Pietro è bastato il tormento quotidiano per farlo prendere in considerazione. Anzi per farlo entrare nelle attenzioni della nuova strategia che vuole porre in atto.” “E sarebbe, tutti giù le brache?” “Ascolta, lui intimamente è pentito, noi accettiamo il suo pentimento e lo portiamo su da noi, però lo mettiamo nel regno degli infanti morti innocenti così avrà per l’eternità davanti agli occhi l’oggetto della sua nefandezza e noi saremo sicuri del suo effettivo pentimento.” “C’è qualcuno che vi rifornisce roba speciale per caso? Perché non facciamo l’inverso, voi ci mandate giù i bambini e noi ce li teniamo nel girone degli infanticidi così possono vedere come li trattiamo?” Fapes non fa in tempo ad ascoltare la risposta di Zaffiro che il morente, con un’estrema forza di volontà, si riprende e loro devono eclissarsi. “Questo sciagurato è più coriaceo di quanto supponiamo. Andiamo via, ma ci ritorniamo su.” “Sì, giusto, andiamo via, ma ci rivedremo presto.” “Questo è scontato!”
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In men che non si dica l’insolita disputa tra i due speciali servitori ultraterreni fa il giro dei mondi scatenando costernazione e meraviglia. Il cherubino Zaffiro è subito chiamato a rapporto per informare gli arcangeli, i veri alti funzionari del regno celeste, di conseguenza anche giù, nel regno satanico avviene qualcosa di simile con l’Alta commissione infernale. Zaffiro, dei due disputanti, è certamente il più imbarazzato, poiché, oltre ad enunciare i fatti ha un gran bisogno di sapere dagli arcangeli come realmente stanno le cose circa l’insolita strategia studiata da Pietro per dare una scossa di carattere progressista nel regno celeste. A presenziare la seduta vi è solo uno dei tre arcangeli maggiori Gabriele, che poi è quello che ha lavorato più a stretto contatto con Pietro. Gli altri due, Michele e Raffaele, sono impegnati altrove. “Allora come ti è sembrata la reazione di Fapes?” chiede a Zaffiro. “Ovviamente stenta a credere una cosa del genere e, secondo me, non ha tutti i torti, quando afferma che non è per niente corretto”. “Gli hai assicurato che è tutta opera di Pietro?” “Sì e non ti dico cos’ha detto in proposito!” risponde sorridendo divertito al pensiero della battuta fatta da Fapes circa il gallo canterino. Anche Gabriele abbozza un sorrisino ma senza allargarsi più di tanto. “Effettivamente, Gabriele, se devo essere sincero, non è che io l’approvi questa faccenda, a meno che non ci sia dell’altro sotto di cui non sono stato informato”. “Infatti, c’è dell’altro ma bisogna procedere con cautela. Non sarà facile spiegare a tutti le ragioni che ci hanno spinto ad attuare una riforma tanto ardita”. “Quindi Pietro è solo una copertura?” “Tu che dici, se lo fosse?” “Accidenti! Allora dev’essere più complicato di quanto immagino”. “Venendo qua hai avuto modo di appurare come la pensano gli altri, i serafini voglio dire?” “Beh, si agitano un po’. Non hanno ancora digerito l’ultima rivolta, quella del mille intendo”. “Quella sì che fu una vera sciocchezza, e tutta di Pietro. Scatenare le Crociate dopo aver imbonito a dovere il suo omonimo, invece di cercare di unire le forze con i cugini islamici, e provocare la rivolta di parecchi dei nostri fu davvero imperd…. no, meglio non usare certi termini”. “Dopo la ribellione di Lucifero nessuno si sarebbe aspettato un secondo gesto così sconsiderato”. “In certe cose non ci possiamo fare niente. Suo Figlio ci tiene tanto a Pietro che glie la da sempre vinta. Questa volta, però, devo ammettere che la strategia è davvero geniale”. “In realtà di cosa si tratta?” “Quel disgraziato laggiù che la tira tanto lunga non c’entra per niente, è solo un pretesto. Il vero scopo è quello di indebolire Lucifero e far rientrare i rivoltosi più titubanti, sì come Fapes, ad esempio, anch’egli è uno dei meno convinti”. “In che modo dovrebbero convincersi a ritornare sui loro passi?” “Semplice, se mostriamo loro che abbiamo compassione di cotanti peccatori in via di redenzione potranno ben sperare di ottenere il perdono per la loro eresia, non ti pare?” “E tu dici che saranno in molti a lasciarsi suggestionare?” “Si, Zaffiro, siamo ben informati, sono in molti. Inoltre non è che laggiù abbiano trovato una buona accoglienza dopo la rivolta”. “E le anime candide come la prenderanno quando si troveranno a spartire il Paradiso con certa gente?” “A certa gente, come dici tu, non offriremo granché, solo fumo negli occhi. Li vestiremo candidamente e faremo credere loro di essere stati redenti. In pratica si troveranno sempre alla mercé delle loro vittime terrene e non otterranno nulla a parte il compatimento. Ti assicuro che sarà una punizione peggiore di quella fisica che avrebbero laggiù. Tempo qualche secolo e desidereranno di non essere mai saliti quassù”. “D’accordo, mi hai convinto, ma dopo aver chiarito la situazione con i nostri dovremo anche affrontare l’argomento con loro laggiù. Non possiamo cavarcela ignorandoli. Perciò cosa diremo?” “Vedrai che saranno loro stessi a chiederci un chiarimento sul nuovo modus operandi, devono farlo per forza se non vogliono trovarsi ogni momento in situazioni come quella di oggi con Fapes”. “E quindi?” “Ci parlerai tu, vedrai che manderanno Fapes a parlamentare, e tu gli confermerai ciò che hai già anticipato, che Pietro è convinto nella redenzione di molti peccatori”. “Sì – conferma Zaffiro dopo averci rimuginato sopra – sì, credo che può funzionare. C’è ancora una cosa che non mi torna del tutto, perché dobbiamo far ritornare i ribelli?” “Per due motivi di prevenzione mio caro, uno che bisogna scoraggiare ogni forma di deviazione e l’altro che con l’infoltimento delle schiere, i demoni hanno più forza di convinzione sugli uomini. Tutta la faccenda non è molto gradita a Lui, Michele pare Gli abbia sentito sussurrare qualcosa a proposito di un secondo Suo intervento drastico”. “Un altro diluvio?” “Mah, lo sai che non possiamo osare a leggere il Suo pensiero, quindi ….”
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“Fapes, ripetimi di nuovo cosa vi siete detti, nei minimi particolari” La novità riportata da Fapes ha reso molto pensieroso Lucifero e, apparentemente incredulo, chiede per la terza volta al subordinato di raccontargli come sono andate esattamente le cose con il cherubino. Che sia preoccupato non lo da a vedere eppure non è spensierato come al solito. Fapes, quindi, racconta gli eventi non omettendo nulla anzi soffermandosi sui particolari. “Quindi, secondo te Zophiel (è il vero nome del cherubino da tutti chiamato Zaffiro tranne che da Lucifero) non pare condividere questa cosiddetta nuova strategia?” “Sì, da quello che ho potuto capire ha notevoli perplessità. Certo che da qui a non condividerla ce ne corre ma a me è sembrato molto scettico”. “E ti ha esplicitamente confermato che si tratta di una iniziativa di Pietro?” “Sissignore, inoltre ha confermato che anche gli arcangeli si sono dovuti adeguare”. “E’ ciò che m’impensierisce, la Triade non può sottomettersi di nuovo a Pietro, dopo gli sfracelli fatti con le Crociate. Questo significherebbe che lassù si stia combattendo una guerra di potere molto pericolosa”. “Per noi Signore?” “Non è di questo che mi preoccupo ma non vorrei che venissero scoperti i nostri infiltrati”. “Abbiamo degli infiltrati Lassù?” chiede Fapes al massimo della costernazione. Lucifero ha un moto di stizza, soprappensiero si è lasciata sfuggire una delicatissima indiscrezione. Ora che la frittata è fatta dovrà rivelare tutto a Fapes. “Quattro plotoni, Fapes. Inizialmente erano meno di una dozzina, al tempo delle Crociate, poi sono aumentati di numero. Oggi sono più di duecento”. “Duecento? Per la miseria! Così tanti? E ….. dove? Come?” “Occupano posti molto delicati. In pratica stiamo forzando la mano agli uomini”. “Credevo non ce ne fosse bisogno, deboli come sono”. “A parte qualche spontaneo scellerato la massa non è poi così malvagia. Noi, però, dobbiamo accelerare la loro dannazione”. “Perché? Voglio dire che fretta abbiamo?” “Non avremmo avuto alcuna fretta se le cose fossero rimaste immutate nel tempo con le parti ben delineate. Il male da una parte e il bene dall’altra. L’uomo non aveva mai mostrato tanto interesse per tutto ciò che esulava dalla sua piccola sfera d’interesse poi è arrivato Lui, il Figlio, a scombussolare ogni cosa. Una nuova religione che ha soppiantata la vecchia e, non contenti, si è ramificata in diverse sette. Non bastasse ecco spuntare Maometto, in diretta concorrenza, con altre forme di fede. Il male ormai si era così ampliato e modificato che la linea di separazione con il bene è diventata così sottile e indefinibile da non poterlo più valutare”. “Non capisco, gli infiltrati, Signore, cosa fanno di preciso?” “Ah ah ah, se non riesci proprio ad accorgertene vuol dire che stanno facendo un ottimo lavoro”. “Eh sarebbe?” chiede Fapes timorosamente. “Ti faccio un esempio, la pedofilia nella chiesa, o credi che sia tutta opera della sola malvagità umana?” “Accidenti! Non lo avrei mai immaginato! Allora sarà per questo che Pietro vuole cambiare le regole?” “Ecco, mi hai fatto ritornare il malumore, potevi farne a meno di nominarlo?” “Credevo che a innervosirvi fosse solo la Triade!” “No, quelli almeno li conosco perfettamente sebbene l’unico che realmente temo è Michele, quello che non appare mai se non al momento decisivo. Pietro, invece, è quello che mi fa andare in bestia perché nella sua superficialità è incontrollabile”. Voi temete, Signore, che possano aver scoperto gli infiltrati?” “Non lo so, certamente qualche sospetto ce l’ho, altrimenti non capisco questo improvviso cambio di metodo. Senti, quel tipo lassù si è ripreso e intende ritornare a bere ma non ne ha per molto, come sei rimasto con Zophiel? Vi dovete rincontrare di nuovo?” “Certamente, abbiamo quell’anima in sospeso”. “Perciò questa sera fatti trovare nei pressi del ponte e attacca bottone, oltre tutto dobbiamo pur sapere quali sono i nuovi metodi di valutazione se non vogliamo litigarci ogni momento, ti pare?” “Sì, certamente”. “Allora va e cerca di saperne di più”.
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“Fapes! Spero che questa volta sia quella buona” commenta il cherubino all’apparizione del demone nei pressi del ponte. Poi, arricciando il naso in direzione dell’atteso moribondo, mormora: “Guardalo, si sente il puzzo da lontano. Mi fa una pena!” “Vai di fretta? O è la mia compagnia che ti disturba?” “Certamente non mi attira” “Possiamo sempre farci una bella chiacchierata” “E quali argomenti possiamo avere in comune noi due?” “Non so, ad esempio perché tutti ti chiamano Zaffiro quando il tuo vero nome è Zophel?” “Ah, quella! È una vecchia storia” “Ecco vedi?, non avevo ragione a dire che ne abbiamo argomenti da discutere?” “Solo che ….” Il cherubino s’interrompe perché inaspettatamente è comparso l’arcangelo Gabriele. La sorpresa è totale, soprattutto per Fapes che, improvvisamente mostra paura temendo di essere caduto in un tranello degli angeli. Ma ogni timore personale viene fugato dalle parole che l’arcangelo rivolge ad entrambi. “Lasciate perdere quel miserabile, c’è qualcosa di molto importante su cui discutere, tra poco verrà qui Michele, tu – dice rivolgendosi al demone in tono di malcelata sufficienza – chiama Lucifero e digli di venire qui, portasse con se chi vuole, non importa, Michele deve comunicarci un messaggio del Padre”
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Lucifero, un po’ per non mostrarsi inferiore agli arcangeli si è presentato da solo ed ora, con l’unica compagnia di Fapes guarda impavidamente l’arcangelo Michele. I due, dalla cacciata, s’incontrano per la prima volta. Mentre Lucifero cerca di non mostrare il suo timore l’arcangelo, piuttosto accigliato, non mostra alcun sentimento, intento com’è a trovare il modo per comunicare ai presenti il pensiero di Dio. Infine è Dio stesso a invadere la sua mente e tramite la sua voce lancia il proprio monito diretto all’umanità. “Ascoltatemi, parlo a voi perché sono a conoscenza di tutte le vostre azioni. Infiltrati, strategie, metodi, mi sto stancando dell’intera umanità. Dopo la Creazione, per un capriccio ho creato anche l’uomo, la più inutile delle mie azioni. Gli ho dato una forma intelligente e gli ho messo a disposizione l’intero universo. “prendilo, gli ho detto, un giorno ne diventerai il dominatore”. È stata la più banale delle mie affermazioni perché da subito egli ha intrapreso le strade più diverse da quelle che gli avevo tracciato. Gli ho lanciato un monito cercando di farlo ricominciare dall’inizio ma non c’è stato nulla da fare, imperterrito ha ripreso il vecchio malcostume. Ho pensato a delle correzioni donandogli il senso della fede e della religione, gli ho persino sacrificato il Figlio, senza esito. La sua cocciutaggine è davvero immensa così come la sua presunzione. Ho cercato di tracciargli una strada morale dandogli dei comandamenti da seguire, Mosé è stato novanta giorni sul monte a metabolizzarli e scriverli sulle sacre tavole, niente, è stato tutto inutile. Ora sono stanco, non ho più voglia di sopportare il fastidioso ronzio di questi stupidi insetti perciò ecco il mio ultimatum. Mosè ha impiegato novanta giorni per tutti i comandamenti allora io concedo all’uomo novanta giorni per ognuno dei comandamenti. Trascorso tale termine se l’uomo non sarà ritornato in sé lo cancellerò per sempre dal creato distruggendo il suo pianeta. Andate e spargete la mia voce”. Un attimo dopo, tra il silenzio imbarazzante dei presenti, Michele riprende possesso del suo corpo e della sua mente. Angeli e demoni si guardano tra loro, la minaccia è davvero sconvolgente. Michele è il primo a prendere la parola. “Dovremo fare l’impossibile per salvare l’umanità perché è il solo modo per salvare noi stessi”. “Sono d’accordo con te, senza il male e il bene noi non esisteremmo” conferma Lucifero. Il cherubino Zophiel e il demone Fapes si guardano stravolti, forse sono gli unici che hanno appreso in pieno il senso del tempo che il Signore ha concesso, infatti, rivolgendosi a Fapes chiede: “Novanta per dieci, sono novecento giorni. Quando scade il tempo concesso?” Fapes fa un rapido calcolo e poi afferma: “Pressappoco alla fine del 2012”.
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