Pubblicato il 12/10/2019 08:20:29
DALLA PARTE DEL CINEMA,IN COLLABORAZIONE CON CINEUROPA NEWS.
I Manetti bros. girano 'Diabolik' di Vittoria Scarpa
09/10/2019 - Gli autori di Ammore e malavita adattano per il grande schermo le avventure del personaggio creato dalle sorelle Giussani, con protagonista Luca Marinelli Sono cominciate il 30 settembre le riprese di Diabolik, il nuovo film dei Manetti bros. che porterà sul grande schermo le avventure del celebre eroe del fumetto italiano, l’affascinante ladro in calzamaglia nera con gli occhi di ghiaccio creato negli anni ’60 da Angela e Luciana Giussani. Il Re del Terrore (già trasposto al cinema una volta, da Mario Bava nel 1968) avrà il volto di Luca Marinelli, la bella Eva Kant quello di Miriam Leone, e Valerio Mastandrea vestirà i panni dell’ispettore Ginko. Nel cast anche alcuni degli attori cari al cinema dei Manetti come Alessandro Roia (Song’e Napule), Claudia Gerini (Ammore e malavita) e Serena Rossi (Song’e Napule, Ammore e malavita). Scritto da Michelangelo La Neve e Manetti bros., che hanno firmato il soggetto insieme a Mario Gomboli (attuale editore, direttore responsabile e curatore dei soggetti della serie a fumetto Diabolik, di recente al centro anche del documentario Diabolik sono io di Giancarlo Soldi), il film racconterà la storia oscuramente romantica dell’incontro tra Diabolik e Eva, ambientata nello Stato fittizio di Clerville negli anni ’60. Le riprese si svolgeranno tra Courmayeur, Bologna, Milano e Trieste. “Diabolik è il sogno che inseguiamo da sempre”, avevano detto i due fratelli annunciando il film alle Giornate professionali del cinema di Sorrento lo scorso dicembre, “siamo al settimo cielo, entusiasti di poter portare al cinema questo progetto. Daremo il massimo per essere all’altezza”. “Siamo impazienti di vedere i Manetti bros. al lavoro su questa idea, perfetta per i due registi più pop del cinema italiano”, aveva commentato Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, preannunciando “un film innovativo e sorprendente, tutto italiano”. Diabolik è prodotto da Carlo Macchitella e Manetti bros. per Mompracem con Rai Cinema, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission, Friuli Venezia Giulia Film Commission e Film Commission Vallee D’Aoste. Il film uscirà nelle sale italiane nel 2020
Pierfrancesco Favino sul set di 'Padre nostro' di Vittoria Scarpa
08/10/2019 - Le riprese del nuovo film di Claudio Noce, ispirato a un fatto di cronaca, sono in corso in Calabria. Una produzione Lungta Film, PKO e Tendercapital distribuita da Vision Distribution Sono in corso in Calabria le riprese di Padre nostro, il nuovo film di Claudio Noce con interprete Pierfrancesco Favino. Dopo la tappa romana (le riprese del film sono cominciate il 29 luglio), il set si sposta in questi giorni sulla costa tirrenica, in Sila e sulla costa ionica. Questo terzo lungometraggio per il cinema di Claudio Noce, dopo Good Morning Aman (miglior opera prima al Bari Film Festival) e La foresta di ghiaccio (nominato ai Nastri d’Argento) è prodotto da Lungta Film di Andrea Calbucci e Maurizio Piazza, da PKO Cinema & Co., società di produzione dello stesso Favino, da Tendercapital Productions, società di produzione cinematografica appartenente al Gruppo Tendercapital, in collaborazione con Vision Distribution e con il sostegno della Calabria Film Commission. Scritto dallo stesso Noce con Enrico Audenino, Padre nostro è ispirato a un fatto di cronaca: è la storia di due ragazzini, Valerio e Christian, e dell’estate in cui fanno una scoperta terribile, la violenza degli adulti, e una meravigliosa, la forza dell’amicizia. Nel cast anche Barbara Ronchi e i giovanissimi Mattia Garaci e Francesco Gheghi (visto di recente in Mio fratello rincorre i dinosauri). La direzione della fotografia è affidata a Michele D’Attanasio (David di Donatello nel 2017 per il film Veloce come il vento), la scenografia a Paki Meduri (Nastro d’Argento 2016 della miglior scenografia per Alaska e Suburra), i costumi a Olivia Bellini (La paranza dei bambini, Fiore).
EUROPEAN FILM AWARDS 2019
08/10/2019 - Le ei opere prime nominate agli European Film Awards di Cineuropa che si contendono il premio European Discovery - Prix FIPRESCI
La European Film Academy si congratula con i nominati per l'European Discovery 2019 - Prix FIPRESCI, un premio che viene attribuito ogni anno nell'ambito degli European Film Awards a un giovane regista emergente al suo esordio in un lungometraggio di finzione. Le nomination di quest'anno sono state decise da un comitato composto dai Membri del Board EFA Mike Goodridge (Regno Unito) e Valérie Delpierre (Spagna), dal festival programmer Azize Tan (Turchia) oltre che dai critici cinematografici Marta Bałaga (Finlandia), Robbie Eksiel (Grecia) e Michael Pattison (Regno Unito) in rappresentanza della FIPRESCI, la Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici.
I film nominati sono: European Discovery - Prix FIPRESCI ANIARA - Pella Kågerman, Hugo Lilja (Svezia) Atlantique - Mati Diop (Francia/Senegal/Belgio) Blind Spot - Tuva Novotny (Norvegia) Irina - Nadejda Koseva (Bulgaria) Les Misérables - Ladj Ly (Francia) Ray & Liz - Richard Billingham (Regno Unito)
I film nominati saranno ora sottoposti al giudizio degli oltre 3600 membri della European Film Academy che decreteranno il vincitore. L'European Discovery 2019 - Prix FIPRESCI sarà annunciato nel corso della Cerimonia di Premiazione degli European Film Awards, il 7 dicembre a Berlino.
LIM 2020 08/10/2019 - Antoine Le Bos • Direttore artistico, Less Is More. "Vogliamo esperienze eccezionali; vogliamo sostanza e significato" Intervista di Vassilis Economou per Cineuropa News.
Abbiamo parlato con il direttore artistico di Less Is More, Antoine Le Bos, della prossima edizione, della filosofia di LIM e di cosa significhi veramente "limitato". With the deadline for applications for the 2020 edition of Less Is More – LIM looming (see the news), we had a chance to chat with the programme’s artistic director, Antoine Le Bos, about the next edition, LIM’s philosophy and what “limited” really means for the organisation.
Cineuropa: What are your expectations for LIM 2020, and what’s new? Antoine Le Bos: In 2020, we want to continue to test new ways to combine the inputs of script consultants and tutors on the projects. Through the creative dialogue we have with researchers in cognitive sciences within LIM's think tank StoryTANK (see the news), it’s becoming clearer to us that the writing process in cinema is still stuck in a rut; it’s still a preconception of what writing means, coming straight from the romantic era of 150 years ago. It’s time to move on! Isolation and pain are not the best sources from which to generate the most interesting ideas, even for the most talented of people. Confrontation, creative agitation and exchanges between interesting brains are far more productive manners to proceed. We are planning to use new ways of helping filmmakers and writers to be more daring and delve further inside their specific territory. We have tested these new ways this year in a dozen "pre-writing workshops" with our partners in Europe. It has become very clear that writers gain incredible agility in their conception process when they go through intense pre-writing phases.
Could you briefly clarify what “limited” means for LIM in terms of the budget? "Limited budget" simply means we want to help screenwriters and filmmakers to use (self-imposed) limitations as a creative boost in the writing process. There is no maximum budget indicated, as the differences between a feature film in Nigeria and another in Belgium are such that it is impossible to compare and contrast. But a film project that doesn't set out to use limitations in any way as a conception tool – be it in the definition of the film arena, or in the number of characters, VFX, sets or even shooting days – won't be selected for LIM. Creative freedom is clearly reinforced by limitations, as can be seen in the first films by Darren Aronofsky, David Lynch, Gus Van Sant or Lazslo Nemes, but for us at LIM, it is also a very clear political statement. In today's ecological and societal context, we believe that independent cinema must step away from the obsession with quantity dictated by consumerism. Filmmakers have to indicate how simplicity can be a way to be more consistent.
Why should an emerging writer or writer-director apply to LIM? LIM takes filmmakers into a very intense development experience – probably the most intense you can find in Europe today. It has been created by filmmakers and writers, for filmmakers and writers, trying to focus on what is central for us as humans in our connection to films and stories. We are craving outstanding experiences; we are craving substance and significance. The new generation of filmmakers is trying to reconnect with the political meaning of cinema. This world is going mad, and cinema is one of the most beautiful tools created by humans to wake up other humans, poetically, politically and metaphysically, even. Merely talking to small circles of film critics won't help any more.
Who might be your “ideal” participant? Our ideal participant would be a gifted filmmaker heading towards his or her first to third feature film, which is at an early stage of development, with or without a producer attached. He or she must be eager to throw themselves into a very human, consistent, generous and courageous digging process.
You really focus on the residential aspect of your workshops and their “rural” character; why is this important in your philosophy? Immersing filmmakers in nature, sprawling beaches with screeching seagulls, wild forests and lakes means making them disconnect from the hyper-connected way of life in big cities. This is a fantastic way to help them establish the deepest connection possible with their own inner driving forces and to dig as deep as possible into the potential of the film experience that they can generate. We also believe in the virtues of small villages and tidal breathing to help them collaborate with each other in an honest and meaningful way. Also, in remote places such as these, the filmmakers can’t escape!
Are there any LIM films that have already been completed? We have only finished two editions of LIM, and already five films have been shot this year, while around ten are in the final phase of financing. When you take into consideration the fact that we select projects at an early stage of development, this has been going faster than expected. For example, Nova Lituania by Karolis Kaupinis premiered at Karlovy Vary in July, and Mauricio Osaki's The Paths of My Father, which was shot in Vietnam, was selected for San Sebastián's Films in Progress. LIM is clearly taking off!
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