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Dialogo sulla conoscenza

di Errico Tentarelli
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Pubblicato il 02/11/2010 14:02:20

Maestro, immaginiamo che …
Cosa dobbiamo immaginare, figliolo?
Qualsiasi cosa … allentare le briglie della fantasia, lasciar correre i pensieri su quei territori mai esplorati, di cui neppure si immagini l’esistenza. Aprire la mente all’ignoto.
Ma, dimmi, come pensi sia possibile immaginare qualcosa che non esiste? Come figurare l’ignoto?
Vedi, Maestro, penso che la conoscenza sia limitata alle cose che, in qualche modo, si è avuto occasione di sperimentare, con cui si è entrati a contatto anche solo indirettamente, ma ciò che non sai può risiedere nel sapere di altri che non conosci ancora; se immagini, esci dai tuoi confini del sapere per entrare nell’ignoto infinito.
È vero, caro ragazzo, ma così come la singola conoscenza è limitata, parimenti lo è, pur se estesa in modo diverso ed entro diversi confini, ciascuna singola conoscenza. Ed anche se sommiamo tutte le conoscenze, la somma di elementi finiti, mi insegni, è a sua volta finita. La conoscenza complessiva, dunque, quella che raccoglie tutti i saperi, contiene il mio ignoto come quello di tanti altri, ma non copre l’infinito.
Maestro, allora devo pensare che l’immaginazione sia limitata, che abbia dei confini ben definiti, pur se molto vasti.
Ho parlato di conoscenza e del suo opposto, l’ignoranza, non di immaginazione.
Forse non sono un allievo disciplinato, ma insisto nel contrastarti su questo concetto; non mi insegni nulla di nuovo nel dirmi che la conoscenza è limitata, anche nella somma di tutte le conoscenze. Essa investe, infatti il sapere delle cose che esistono e che sono esistite. Ma, seguendo la tua logica, questa limitazione si dovrebbe estendere anche alle cose immaginate: come potrebbe la mente umana figurare qualcosa che non sia già o non sia già stato o non si rifaccia a qualcosa che è o è stato? Il cervello umano, Maestro, è progettato per acquisire ed elaborare, non per creare.
Sei un allievo molto attento e fai buon uso della logica. Ma sta appunto nella logica la limitazione che tu dai all’immaginare. Nelle tue deduzioni hai dimenticato un particolare: quel che sarà. L’origine del tuo errore devi cercarla nell’affidamento che fai sul tempo e sul suo legame con la conoscenza. Quel che era … quel che è ... e, se ricorri al tempo, la conoscenza non suonerà mai sulle sue corde quel che sarà. Se affidi l’immaginazione alla proiezione della conoscenza confinata negli stereotipi di un cervello che elabora cose acquisite, in quel che sarà ritroverai sempre un vincolo all’immaginazione.
Sono confuso, Maestro. Quel che sarà è oltre i confini della conoscenza, ovvero l’ignoto. Mi dici che l’ignoranza ha gli stessi limiti del suo opposto, la conoscenza, ma non è forse vero che l’ignoranza non ha limiti?
Smetti per un attimo di pensare ed abbandona la ragione. Affida i tuoi neuroni a questa follia: l’ignoto è quel che tu non sai ma altri sanno; l’immaginazione è quel che, se non è stato e non è, di sicuro sarà … qualcuno, ricordi?, ha pensato il paracadute in un’epoca in cui l’uomo non sapeva come volare; l’ignoranza, ed intendila come incapacità uscire dagli schemi o volontà di soffocare la fantasia, se praticata bene, non ha né limiti né confini. Allora, usa l’immaginazione per colmare la tua ignoranza, anche se gli ignoranti ti considereranno un folle ….
Ricominciamo, Maestro. Immaginiamo che le ombre esistano ….
Sì, ragazzo mio, un giorno, di sicuro.

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