Pubblicato il 26/05/2019 07:26:43
La Palma d'Oro di Cannes per "Parasite" In collaborazione con Cineuropa News
25/05/2019 - CANNES 2019: Il film del sudcoreano Bong Joon-ho si aggiudica il titolo supremo. Premi anche per Mati Diop, Antonio Banderas, Ladj Ly, Emily Beecham, Céline Sciamma, Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Al termine di una competizione di un livello generale ottimo, tanto che un numero insolitamente altro di film aspirava seriamente alla vittoria, la giuria presieduta da Alejandro González Iñárritu ha voluto confermare questa abbondanza distinguendo nove lungometraggi nel palmarès, ma anche scartando alcuni dei favoriti più famosi per offrire luce ad audaci, giovani e donne. Ma è comunque un regista esperto ad aver vinto con un film molto apprezzato sulla Croisette dalla critica, giacché la Palma d'Oro del 72° Festival di Cannes è assegnata a Parasite di Bong Joon-ho. Con questa commedia drammatica notevole sotto tutti i punti di vista, e alla sua seconda partecipazione in concorso, il regista porta nel suo paese la prima Palma della sua storia. In compenso, la sorpresa è venuta dal prestigioso Grand Prix attribuito a un’opera prima: Atlantique della franco-senegalese Mati Diop. Mischiando realismo e fantasy per tessere a Dakar un’intrigante e nebulosa parabola sull’immigrazione, l’amore a la morte, questo film prodotto da Les Films du Bal, e coprodotto da Arte France Cinéma, Cinekap (Senegal) e Frakas Productions (Belgio), è venduto nel mondo da mk2 Films.
Il premio dell’interpretazione femminile ha consacrato l’attrice anglo-americana Emily Beecham per la sua performance in Little Joe dell’austriaca Jessica Hausner. Prodotto dalla società austriaca Coop99 Filmproduktion con la struttura britannica The Bureau e i tedeschi di Essential Filmproduktion, questo lungometraggio è venduto nel mondo da Coproduction Office.
Il premio dell’interpretazione maschile ha ricompensato l’ottimo lavoro dello spagnolo Antonio Banderas per Dolor y gloria del suo connazionale Pedro Almodóvar (al quale la Palma sfugge per la sesta volta nella sua carriera), un film prodotto da El Deseo.
Con Le Jeune Ahmed, i belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne aggiungono un nuovo riconoscimento, il premio alla regia, alla loro impressionante collezione cannense (Palma d’Oro nel 1999 e 2005, Grand Prix nel 2011, Premio della sceneggiatura nel 2008, interpretazione femminile nel 1999 e maschile nel 2002). Prodotto da Les Films du Fleuve con i francesi di Archipel 35, France 2 Cinéma, Proximus e la RTBF, Le Jeune Ahmed è venduto da Wild Bunch.
La produzione europea si è distinta anche con il premio della Giuria attribuito ex-aequo a due film: Les Misérables del francese Ladj Ly (prodotto da SRAB Films e coprodotto da Rectangle Productions e Lyly Films, venduto da Wild Bunch) e Bacurau dei brasiliani Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles (prodotto dai francesi di SBS Productions e i brasiliani di CinemaScópio, coprodotto da Arte France Cinéma e da Globo Filmes, venduto da SBS).
Il premio della sceneggiatura è andato alla francese Céline Sciamma per Portrait de la jeune fille en feu, una produzione di Lilies Films in coproduzione con Arte France Cinéma e Hold Up Films, venduta nel mondo da mk2 Films.
Una menzione speciale arricchisce il palmarès, quella a It Must Be Heaven del palestinese Elia Suleiman, prodotto dai francesi di Rectangle Productions con Nazira Films, il Doha Film Institute, i tedeschi di Pallas Film, i canadesi di Possibles Média e i turchi di Zeynofilm, e venduto da Wild Bunch.
Quanto al futuro, è incarnato quest’anno dal cineasta guatemalteca César Diaz che si è aggiudicato la Caméra d'Or (riservata a un’opera prima, di tutte le selezioni) con Nuestras madres (presentato alla Semaine de la Critique), un film già vincitore del premio SACD assegnato nella sezione parallela. Prodotto dai belgi di Need Productions e coprodotto dai francesi di Perspective Films, questo lungometraggio è venduto da Pyramide. Infine, per completare la razzia europea, è la produzione greco-francese La distance entre nous et le ciel di Vasilis Kekatos che ha conquistato la Palma d’Oro del cortometraggio.
Il palmarès: Palma d'Oro Parasite - Bong Joon-ho (Corea del Sud) Grand Prix Atlantique - Mati Diop (Francia/Senegal/Belgio) Premio alla regia Jean-Pierre & Luc Dardenne - Le Jeune Ahmed (Belgio/Francia) Premio all'interpretazione femminile Emily Beecham - Little Joe Premio all'interpretazione maschile Antonio Banderas - Dolor y gloria (Spagna) Premio alla migliore sceneggiatura Portrait de la jeune fille en feu - Céline Sciamma (Francia) Premio della giuria Les Misérables - Ladj Ly (Francia) Bacurau - Kleber Mendonça Filho & Juliano Dornelles (Brasile/Francia) Menzione speciale It Must Be Heaven - Elia Suleiman (Francia/Germania/Canada/Turchia/Qatar) Caméra d'Or Nuestras madres - César Diaz (Belgio/Francia/Guatemala) Palma d'Oro al cortometraggio The Distance Between Us and the Sky - Vasilis Kekatos (Grecia/Francia) Menzione speciale Monstruo Dios - Agustina San Martín (Argentina)
Marco Bellocchio • Regista di Il traditore: "Buscetta non è un eroe" Intervista di Fabien Lemercier
24/05/2019 - CANNES 2019: Il cineasta italiano Marco Bellocchio parla del suo nuovo film Il traditore, svelato e apprezzato in concorso a Cannes Il cineasta italiano Marco Bellocchio, circondato dalla sua squadra capeggiata dal suo ottimo interprete principale Pierfrancesco Favino, ha parlato con la stampa internazionale del suo nuovo film, l’eccellente Il traditore [+], in concorso al 72° Festival di Cannes. Perché ha dato al film questo titolo, Il traditore, che sembra adottare il punto di vista dei mafiosi di Cosa Nostra? Marco Bellocchio: Il personaggio principale è effettivamente un traditore dal punto di vista di Cosa Nostra, dal punto di vista delle tradizioni mafiose, dal punto di vista del passato, e anche dal punto di vista della famiglia a cui appartiene. Per Buscetta, tradire è una scelta estremamente dolorosa, ma è allo stesso tempo il rifiuto di un certo tipo di mafia che ha fatto delle scelte che non condivide. Ma Buscetta non è un eroe, è un essere umano coraggioso, che vuole salvare la sua pelle e quella della sua famiglia, e anche un conservatore perché ha nostalgia per il tipo di mafia che lo ha visto crescere, che lo ha battezzato, per così dire. Non è, quindi, uno di quei tipi di traditori rivoluzionari che tradiscono il loro passato per cambiare il mondo. Quali sono i suoi ricordi personali di quando Buscetta iniziò a parlare con il giudice Falcone? Lo ricordo molto bene. I giornali cominciarono a parlare di quest'uomo che veniva misteriosamente dal Brasile. Usciva fuori dal nulla. Sapevamo solo che apparteneva a una certa corrente della mafia, che aveva ucciso un sacco di persone e all'improvviso, eccolo sbarcare dall'aereo, e poi su tutte le prime pagine dei giornali. Ma sapevamo molto poco di lui. Il peso e il valore del tradimento di Buscetta è stato capito solo nel tempo con il giudice Falcone, culminato in questo maxi-processo che ha rappresentato una vittoria parziale dello Stato sulla mafia. La mafia non fu totalmente sconfitta contrariamente a quanto si diceva all'epoca, ma fu comunque una disfatta per essa. La sua percezione iniziale del personaggio di Buscetta è cambiata con il film? Se sono stato attratto da questo personaggio, è perché è affascinante. Non per la sua ambiguità, ma perché tutti quelli che lo conoscevano parlano di un uomo con un carattere molto forte, con un'identità molto solida, ma anche un uomo ignorante e poco istruito che era tuttavia perfettamente consapevole di questa ignoranza. Verso la fine del film, quando Buscetta è indebolito dall'età e dalla malattia, vive in solitudine con la sua famiglia, non ha più il giudice Falcone al suo fianco, Pierfrancesco Favino che interpreta splendidamente il personaggio dice: "Mi scuso perché ho troppo poca cultura". Questo è l'unico momento in cui Buscetta esprime una debolezza, altrimenti, il resto del tempo, è un uomo pieno di orgoglio. Ha anche un principio che non manca di nobiltà ai miei occhi: non vuole morire ammazzato, vuole sopravvivere. È una personalità teatrale, dotata di un carattere molto costruito. Si presenta al maxi-processo un po' come un tenore in un teatro. Questo è ciò che più mi ha affascinato e mi ha spinto a realizzare questo film. A un certo punto, ho anche avuto un po' troppa empatia per questo personaggio, mi era un po’ troppo simpatico, quindi ho rimesso le cose a posto alla fine del film. Ci sono film di gangster che l’hanno influenzata per Il traditore? È chiaro che tutti abbiamo visto capolavori sulla mafia, Il padrino per esempio, ma anche film italiani. Sarebbe stato un errore, tuttavia, provare a tutti i costi a fare qualcosa di diverso. Quindi, con tutti gli artisti che hanno partecipato alla creazione del film, abbiamo lavorato con molta libertà per cercare di trovare la nostra voce, ma senza aver paura di tentare qualcosa di nuovo o di rifare ciò che era già stato fatto.
ISTITUZIONI Europa L'Europa vuole promuovere la circolazione di opere europee grazie alle coproduzioni Articolo di Thierry Leclercq
24/05/2019 - Riuniti a Strasburgo il 23 maggio, i ministri europei dell'audiovisivo chiedono agli organismi di finanziamento di concentrarsi sulle coproduzioni The text detailing the “conclusions” adopted by the European Ministers of Culture highlights the many advantages of co-productions, in both financial terms and regarding distribution. "Co-productions show what great potential there is for distributing works across the European region", summarized the Romanian Minister for Culture, Daniel Breaz, who presided over the gathering. According to figures collated by the European Audiovisual Observatory, between 2005 and 2014, co-productions accounted for 24% of European productions and over half of worldwide admissions relating to European films.
As such, ministers are proposing to boost the diffusion of European works, both within the EU and non-member country markets, by encouraging industry players to enter into co-productions. A number of direct measures are proposed in order to incentivize this move: for instance, a number of legal and administrative hurdles could be removed if the various obligations imposed by the regional, national and European funds were to be streamlined and subject to harmonization. These bodies could also envisage financial support systems open to minority co-productions. Online services could share their audience data with rights holders to allow them to better understand their viewing public. The MEDIA programme, meanwhile, could look into new funding options for co-productions, as well as measures which will improve their visibility and distribution. It could provide support to "creative workshops or writing workshops where producers, writers and directors can work together on the development of co-productions".
Ministers also believe that indirect measures could work to create "a lasting ecosystem for co-productions”; measures such as the provision of support for professional training and networking initiatives, support for promotion and cross-border distribution - primarily by way of dubbing/subtitling wherever possible, support for the development of the European film repertoire which was launched in April this year, etc. The Council of Ministers is currently waiting on the concrete recommendations of a group of national experts on audiovisual sector co-productions, who were appointed within the framework of the 2019-2022 Work Plan for Culture. According to their roadmap, they will have to assess the matter while taking into account the many different factors involved (public and private funding, the role of distributers and VOD platforms, non-EU country partnerships...).
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