:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Poesia
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 39 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Thu Jan 2 09:47:10 UTC+0100 2025
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Memorie del sottosuolo, recensione di Annalisa Scialpi

di Annalisa Scialpi
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutte le poesie dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 30/12/2024 11:57:53

 

 

Ho letto il romanzo, l'opera del genio di Dostoevskij, con una sorta di curiosità mista a ripugnanza. Cosa ci può essere di interessante in un 'abitante del sottosuolo' degradato, nevrotico, meschino, pieno di sè? Non è una domanda a cui si possa rispondere con immediatezza. Occorre farsi prendere dal 'gorgo' della narrazione o meglio, del monologo di questo ex impiegato pietroburghese con cui, di certo, sarebbe poco piacevole anche prendere un caffè o un tè.

Me lo sono immaginato questo individuo, una sorta di cane tignoso, che va vomitando sul mondo il suo disprezzo. "E' un fallito" direbbe la retorica del senso comune, un tempo definita morale borghese. Ma cosa va blaterando questo essere reietto? Egli non crede nel progresso. Non crede nella retorica della 'felicità'. Non crede nella retorica dello 'star bene' che diventa religione. Anzi, egli soffre e prova piacere nel soffrire, perchè soffrire gli permette di affermare se stesso, la sua sostanziale autarchia rispetto al conformismo del 'palazzo di cristallo'. Qui si riflette, infatti, l'occhio onnipresente, onniveggente e onnisciente del mainstream. Soffrire e dissentire gli permette di essere qualcosa in più 'di un semplice tasto di pianoforte'.

Il solitario personaggio di Dostoevskij soffre le pene dell'outsider: emarginazione, incomprensione, rifiuto sociale, umiliazione, ma è egli stesso a suonare la sua, per quanto scordata, sinfonia. E' egli stesso ad avventurarsi, sempre più, nella vertigine dell'abiezione, come se fosse convinto che dal sottobosco putrido potesse attingervi quei gioielli della verità e della consapevolezza che non sbocciano alla luce del sole, ma proprio lì, nel fango. Lì dove la fogna del vizio (egli stesso fu un accanito giocatore) mostra le sue carte al rovescio, ma non per questo si è fuori partita. Reietto e infame fino alla fine, al punto di umiliare Liza, una serva ancor più povera ed emarginata di lui, il nostro antieroe non cessa di scandagliare quell'abisso dove rabbia e commozione estrema, dipendenza e volontà di riscatto, degradazione e illuminazione, si giocano sugli scalini melmosi del sottosuolo: regno di topi o di chi, irriverente e fedele a se stesso fino al midollo, decide di non svendere la sua complessità a un mondo fondato sulla propaganda della salute, della 'sanità' e del 'progresso' e sul totalitarismo della morale utilitaristica.

La strada è in discesa, i paradigmi della 'fede da sagrestia' sono ribaltati perchè, come disse un grande della musica italiana, 'dai diamanti non nasce niente, ma dal letame nascono i fior'.

Memorie del sottosuolo non è certo un romanzo per deboli di stomaco o per poetucoli stucchevoli, ma l'opera di un genio che ha cercato, per tutta la vita, la verità, esperendola nella sua stessa carne di uomo imprigionato, sofferente, spinto da quella fiamma che è la forza eretica della vita.


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Annalisa Scialpi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Annalisa Scialpi, nella sezione Poesia, ha pubblicato anche:

:: Notte infinita (Pubblicato il 31/12/2024 18:59:20 - visite: 45) »

:: La bambina e il Natale (Pubblicato il 30/12/2024 18:07:25 - visite: 41) »

:: La bambina e il Natale (Pubblicato il 30/12/2024 17:22:42 - visite: 32) »

:: Calendula (Pubblicato il 29/12/2024 12:55:34 - visite: 73) »

:: Tu che mi dicesti rosa (Pubblicato il 29/12/2024 10:56:05 - visite: 61) »

:: Come fenice (Pubblicato il 27/12/2024 17:48:14 - visite: 76) »

:: Al mare (Pubblicato il 26/12/2024 17:23:21 - visite: 82) »

:: Il Natale siamo noi (Pubblicato il 24/12/2024 20:03:24 - visite: 89) »

:: Da allora, danzai (Pubblicato il 24/12/2024 12:57:18 - visite: 79) »

:: Troppa luce (Pubblicato il 19/12/2024 18:53:50 - visite: 79) »