Pubblicato il 01/09/2018 05:05:45
‘Viaggio iniziatico nei mondi interiori ‘ - Un corso in magia cabalistica cristiana. Gareth Knight – Spazio Interiore Editore - 2018
“Come si è scoperto recentemente, per risolvere un problema non serve tanto saper rispondere a una domanda difficile, ma riuscire a porre la domanda giusta”, avverte cauto Emanuele Mocarelli in chiusura della sua esaustiva prefazione a questo libro appena tradotto in italiano e che ci ha colti tutti di sorpresa, studiosi e intenditori, ricercatori e semplici appassionati di esoterismo, che a loro volta disquisiscono di accadimenti rimandanti all'inconscio, di apparizioni e di miracoli, di immagini oniriche e quant’altro, talvolta ponendosi domande, talaltre dandosi risposte che spesso scaturiscono in ulteriori interrogativi cui necessita dare risposte adeguate. Ciò per quanto l’argomento esoterico, che pure ha una sua consistente letteratura volutamente tenuta sottobanco, a lungo andare è naufragato nello sconvolgimento dell’informazione primaria che, originariamente si poneva quale domanda di un problema di difficile soluzione, e che, tuttavia, riusciva sempre (o quasi) a trovare una spiegazione ‘altra’, più o meno inerente alla tipologia di vita che l’individuo e/o la comunità sviluppava all’interno del propria realtà domestica e/o della società di appartenenza che altresì, proprio nell’essergli familiare, trovava nella natura circostante in risposta a una domanda di realistica necessità.
Lasciato questo approccio per così dire ‘intuitivo-naturalistico’, il problema di porre la domanda ‘giusta’ rimane irrisolto in ragione del fatto che non governiamo più la nostra esistenza bensì, ci sottoponiamo a quelle che sono le esigenze di mercato e le intransigenze dell’attività speculativa che la società odierna richiede, finendo per soggiacere a stili di vita sempre più effimeri che non soddisfano nessuna delle nostre reali esigenze, o almeno quelle che dovrebbero essere considerate primarie, cioè relative alla scansione del tempo del lavoro, del riposo, della ricreazione spirituale, ecc. mettendo a repentaglio la stessa nostra sopravvivenza. Non c’è più il ‘tempo’ per apprendere dalla natura tutto ciò che ancora ha da insegnarci in fatto di conservazione e sussistenza, in quanto tutto avviene ormai al chiuso di laboratori scientifico-tecnologici in autonomia. Allo stesso modo che non troviamo il ‘tempo’ da dedicare alle cose dello spirito, divenuto terreno arido spazzato dal vento della contemporaneità, in cui tutto accade nel momento stesso del suo accadimento, che se da una parte ci sorprende, dall’altra ci spaventa non poco, perché a detta di Zigmunt Bauman, si trasforma in ‘Paura liquida’ tutto quanto ci sconcerta, da un verso e l’altro delle nostre buone o cattive intenzioni.
Allora la domanda ‘dove trovare riparo?’, se non addirittura ‘come proteggerci?’ è in ogni modo sbagliata.
Non una quindi ma due preminenti domande cui è difficile rispondere, tuttavia riuscire a formulare la domanda giusta significa anche dare (non solo cercare) risposta a un’obiettiva esigenza che oggi diremmo ‘virtuale’, cioè coinvolgente entrambe le nostre capacità intellettive razionali e irrazionali, compenetrando il nostro ‘inconscio istintivo’ e il nostro ’inconscio somatico’, nei termini congruenti di un’esplicita equazione con quelli adoperati dal grande psichiatra svizzero C. G. Jung; il quale in ‘Psicologia e alchimia’ aggiunge: “..ogni vita non vissuta rappresenta un potere distruttore e irresistibile che opera in modo silenzioso e spietato”.
Che sia questa l’irresistibile domanda cui non sappiamo dare una risposta plausibile? È dunque questo il ‘quid’ su cui ci si barcamena lungo la nostra esistenza spirituale? Conosciamo una eticità che possa aiutarci a discernere le ragioni del nostro ‘presente anteriore infinito’ dal nostro ‘presente finito’ che si prospetta senza futuro?
Se capire i linguaggi interiori, imperfetti e capaci al tempo stesso di realizzare quella suprema incompiutezza che ci differenzia l’uno dall’altro, o meglio, che diversifica il nostro impatto irrazionale del passato con la nostra ‘spiritualità’ negando ogni possibile verbalizzazione razionale con la ‘materialità’ del nostro presente, questa a mio avviso rappresenta l’unica conclusione di ogni ricerca; allora inseguire l’idea di una possibile ‘perfezione’ che pure ha contrassegnato fin qui il cammino della nostra inspiegabile esistenza, è stata erronea, cioè frutto di un’utopia mai raggiunta e che mai raggiungeremo. Forse sì, forse no? Forse no, non mi è possibile pensare di aver inseguito una chimera solo fino al momento in cui si è auto estinta per combustione e non oltre, quando cioè infine è risorta dalle proprie ceneri e ha ripreso a volare rinvigorita dalla suprema grazia del dono che l’ha tenuta e restituita alla vita. Che forse noi tutti non assistiamo ogni giorno alla sua ‘resurrezione’ (?). Nella sua ‘perfezione’ la natura cosmica non prevede l’estinzione di nulla, tutto si rigenera, ogni cosa nella materia torna a nuova vita, finanche l’ultimo granello di sabbia del deserto che il vento solleva e disperde nell’aere è intimamente compreso del grande disegno della creazione.
Quello della ‘creazione’ è solo uno dei temi afferenti al ‘vademecum iniziatico’ prospettato da Gareth Knight sulla scia della cabalistica cristiana con la quale inevitabilmente è chiamato a fare i conti, a incominciare dalla ‘storia dell’evoluzione umana’ e, in analoga pertinenza psicodinamica, con la ‘sfera di luce’ che oggi sappiamo aver dato inizio alla vita cosmica del nostro pianeta, ancorchè noi, una volta raggiunta quella che potremmo chiamare la ‘consapevolezza psichica’ di esistere, abbiamo il dovere di adempiere alla nostra auto-conservazione, nonché a quella delle ‘altre’ specie, animali e vegetali, con le quali siamo chiamati a convivere. Ovviamente non è tutto qui, la magia cabalistica cristiana prospettata nel titolo è in sé rappresentativa di quella “branca della scienza fisica che studia le forze e le forme occulte immediatamente evidenti alla nostra percezione fisica, […] per quanto il fatto che non si riconosca l’esistenza di tali forze sia irrilevante, non significa che esse non esistano, […] solo che non sono così facilmente dimostrabili come quelle della scienza fisica. […] La confusione che insorge su questo punto è dovuta soprattutto alla mancata distinzione tra ‘mistica’ e ‘magia’, ovvero tra ciò che appartiene allo spirito elevato e ciò che appartiene alla dimensione interiore del creato. Per indagare meglio questa ‘incoerenza’ si potrebbe prendere come riferimento la distinzione che ne fa lo stesso Jung: “Ciò che però continua a rimanere oscuro, proprio per questo miscuglio di fisico e psichico, è se le trasformazioni ultime di questo processo (alchimistico) vadano ricercate maggiormente in campo materiale o in campo spirituale? La domanda in effetti è mal posta: a quei tempi non si trattava di alternativa; esisteva piuttosto un regno intermedio tra materia e spirito: cioè un regno psichico di corpi sottili aventi la proprietà di manifestarsi in forma sia spirituale che materiale.” E in prosieguo: “Naturalmente questo regno intermedio di corpi sottili in sé e per sé, prescindendo da qualsiasi proiezione, rimane nell’ambito della non-esistenza finché noi crediamo di sapere qualcosa di definitivo sulla materia e sull’anima. Ma se viene il momento in cui la fisica sfiora ‘regioni inesplorate, inesplorabili’, e contemporaneamente la psicologia è costretta ad ammettere che esistono altre forme d’esistenza psichica al di fuori delle acquisizioni personali della coscienza, in cui cioè anche la psicologia cozza contro un’oscurità impenetrabile, allora quel regno intermedio ritorna in vita, e il fisico e lo psichico si fondono una volta di più in un’unità indivisibile”.
Ciò sebbene oggi sappiamo che l’indivisibile non esiste, che tutto è frammentabile dal momento che ogni cosa è formata da miliardi di infinitesime particelle che siamo riusciti a scorporare, a suddividere ed elencare, in breve a ‘quantificare’ e a rendere visibili nella loro essenza sia materiale che immateriale. Al dunque sorge una ulteriore domanda sulla materia e sull’anima: dove avviene l’innesto dello ‘spirito elevato’ con la dimensione ‘dello spirito interiore’? In quale campo della quantistica tutto ciò si consuma? Seppure qualcosa ancora sfugga della nostra conoscenza occulta, ‘inesplorabile’, quanto è possibile dire di definitivo su ‘misticismo’ e ‘occultismo’? A tal proposito l’autore scrive: “La struttura psichica interna a ogni corpo celeste riflette il modello archetipico dell’universo. All’interno della sfera eterica del pianeta una coscienza individuale non consapevole della divinità dal proprio punto di vista soggettivo potrebbe benissimo identificare Dio con la totalità delle cose che percepisce, supponendo inoltre che al di là della realtà di cui è consapevole esista il caos informe o il mondo ‘immanifesto”. […] Per l’uomo Dio è totalmente inimmaginabile, proprio come per un pensiero è impossibile immaginare la persona nella cui mente esso si trova”, e inoltre:
“Partendo dall’assioma che l’uomo è fatto a immagine di Dio, deduciamo che egli possiede autonomia e libertà d’azione nei confronti di Dio stesso, se lo ritiene opportuno. Le sue azioni, tuttavia , avranno conseguenze sulla qualità della sua vita e, se non sono in armonia con la realtà, possono portare sofferenza a lui e alle forme di vita che gli sono vicine. Ma esiste anche la risposta di Dio all’uomo. Ogni abuso a livello di ‘libero arbitrio’ e di creatività incontra l’attenzione dell’amore divino. […] Ogni grave sbaglio viene in qualche modo compensato, conferendo alla vita ‘caduta’ la qualità redentrice dell’amore”… “La redenzione è stata, ed è, il segno del perdono e della espiazione di tutti gli errori umani, passati, presenti e futuri. […] Non si tratta di imparare (o re-imparare) l’ ‘obbedienza’ nel senso di sottomettersi a un’autorità (astratta), ma di imparare l’amore a cui l’obbedienza , o comune scopo, segue naturalmente. […] Dobbiamo imparare a vivere la vita del Cristo Risorto (della resurrezione) anche se nel nostro fisico ‘caduto’ abbiamo bisogno della fede”, cioè di credere in ciò “che vale per la vita di ciascuno di noi e anche per l’intera razza umana, […] recuperando quello che ci è sfuggito di mano, ovvero il controllo della ragione”.
Molte sono le risposte prospettate da Gareth Knight in questo suo ‘viaggio iniziatico’ che non s’arresta davanti ad alcuna ‘soglia’, ottemperando in pieno a quanto premesso introducendo il lettore nel labirinto contemporaneo nei ‘luoghi del silenzio imparziale’, muovendosi liberamente sulla superficie dello spazio, aggrovigliandosi talvolta entro le pulsioni dello spirito, contrastanti e continue, come solo un Maestro (dell’occulto) riesce a fare, schiudendo l’esistenza a mille esiti imprevedibili, fuori dalle direzioni previste e/o prevedibili, lungo sentieri non praticabili da certezze anticipate o da progetti rassicuranti. Ciò che gli è possibile servendosi del fattore ‘tempo’ per misurare il ‘non-tempo’ della sua narrazione forbita di citazioni e rimandi a numerosi testi (spesso introvabili) di riferimento; la cui distanza presiede ogni scambio interlocutorio tra l’autore e il lettore, senza la possibilità del riconoscimento della memoria, nella disseminazione di bivii e incroci intercambiabili, avvitandosi sul proprio perno senza sosta e senza commuoversi davanti alla catastrofi silenziose prodotte dal suo movimento delimitato dai termini della ‘vita’ e della ‘morte’ in cui l’esistenza è disseminata dentro l’interstizio che corre tra le due diverse circostanze temporali.
Come se la ‘vita’, per lo più fondata sul sentimento e/o sull’emotività individuale che sfiora la tragedia subliminale di una solitudine pervadente e assidua rigidamente fissata dal segno cabalistico dell’ ‘infinito’, che non conosce altra direzione se non quella prefissata dal ‘fato’ (destino?), o da un Dio ineluttabile che, prescindendo dalla creazione, ha posto la sua creatura lungo sentieri mistici e/o occulti che lo portano ad errare, non riuscendo egli a produrre risposte all’arrovellata investigazione sulla sua esistenza, in cui la verità e la conoscenza non hanno approdo se non nell’astrattezza di un percorso senza fine, per l’appunto ‘infinito’. Anche se nel nostro piccolo pianeta i livelli di coscienza sono tantissimi, cosa accade quando un essere così incredibilmente complesso, come quello divino (il Messia), dalle mille sfaccettature, onnipotente, onniscente e onnipresente decide di scendere sulla terra e vivere la vita di una delle sue creature (umane) in uno dei pianeti che ha creato? E per giunta di compiere una missione di redenzione per salvare la specie da se stessa? Non è forse qui che la mente inizia a confondersi tanto sembra dipendere (tutto) da questa scelta? Non credete che bisognerebbe aggiungere che la vita eterna non è semplicemente una vita che continua all’infinito, ma una vita che possiede la particolare qualità di essere al di fuori dello spazio e del tempo? Forse sì, forse no. Ma poichè viaggiare è anche un modo per conoscere se stessi, i progressi in questo campo sono altresì coadiuvati dalla proposta e/o invito di Gareth Knight, a dare seguito a un ‘corso di magia’ che egli ha incluso in ‘indice’ di questo libro afferente all’occultismo come scienza pratica da utilizzare per neofiti e principianti in chiusura dei singoli capitoli con ‘esercizi spirituali’ ed altri di chiaro riferimento ‘mistico-magico’ e un’ampia visualizzazione grafica dei simboli cabalistici onde proseguire il viaggio iniziatico prospettato : “L’immaginazione non è semplicemente uno strumento della fantasia, ma un organo con cui si percepiscono cose reali” – egli scrive. Interessante è l’apparato storico-cronologico delle citazioni che vanno dal ‘Corpus hermeticum’, al ‘Picatrix’, alla ‘Magia naturale e talismanica di Marsilio Ficino’, gli ‘Inni orfici e Thomas Taylor’; da ‘Dante Alighieri’ a ‘Pico della Mirandola e la magia cabalistica’, alle ‘Gerarchie angeliche e celesti’, da ‘Cornelius Agrippa alla Filosofia magica e religione di John Dee, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, fino a ‘L’universo modello dei Rosacroce, Athanasius Kiecher e Robert Fldd, alla separazione tra scienza e magia. Infine, ma non ultimo è il percorso e il lavoro di consultazione occulta, coadiuvata da esperienze di magia teatrale, esercizi magici, sviluppo di alcuni rituali fino allo sviluppo della preghiera di invocazione.
“Qui non stiamo parlando di cavilli accademici, teologici o filosofici; infatti, credere una cosa o l’altra ha delle conseguenze molto profonde e rilevanti. Per costruire un edificio teologico o filosofico dobbiamo conoscere molto bene il terreno su cui verrà fondato.” Pertanto l’esigenza di un testo elaborato su questa materia così esposto rientra in quel ‘vuoto editoriale’ creatosi dopo che l’esercizio intellettuale, manualistico e informativo è, in un certo qual modo, scemato a livello di curiosità per addetti ai lavori, e/o speculativa per generazioni di ginnasti mentali per sviluppare l’intuito, a patto che non si prendano troppo sul serio i suoi contenuti.
Di realtiva importanza letteraria (alfine di non dover sembrare tendenziosa) risulta quanto afferma Gareth Knight in chiusura del libro: “Ho scritto questo libro con lo scopo di presentare un sistema di insegnamenti e di pratiche dell’occulto che affondano le radici nel contesto della tradizione e della fede cristiana. È davvero un peccato, a mio modo di vedere, che la magia in quanto arte e scienza sia separata dal pensiero scientifico e dalla religione ufficiale. La magia è stata così privata di una certa impostazione razionale e disciplinata, la scienza è diventata senz’anima e la religione ha perso molta della propria vitalità. Spero che questo libro possa servire agli apprendisti di occultismo per recuperare le fila di una tradizione vitale che è parte integrante della nostra eredità spirituale e culturale”.
Suggerimento d’autore (di questo articolo): Forse sì, forse no, approfittate con discernimento dell’ampia Bibliografia riguardo alle fonti particolarmente ricercate e istruttive in essa contenute e, soprattutto, non perdete mai di vista l’imprescindibile necessità di fare i conti con la storia.
L’autore: Gareth Knight è un esoterista britannico, annoverato fra i più profondi conoscitori della tradizione esoterica occidentale e della Kabbalah, e autore di decine di libri su svariati argomenti, tra cui ‘Tarocchi’, ‘Kabbalah magia e occultismo’ con i quali conduce gli appassionati di occultismo a riappropriarsi di una tradizione vitale che è parte integrante dell’eredità spirituale e culturale dell’uomo occidentale. Nel 1954 entrò a far partedella Fraternità della Luce Interiore, organizzazione esoterica fondata da Dion Fortune nel 1924, per poi fondare un suo gruppo di ricerca ora conosciuto come Avalon Group. Ha trascorso tutta la sua vita riscoprendo e insegnando i principi della magia come disciplina spirituale e metodo di autorealizzazione. Delle sue innumerevoli opere è stato tradotto in italiano anche un altro libro importante dal titolo ‘Tarocchi e Magia’ – Spazio Interiore 2017.
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