Pubblicato il 19/07/2010 22:50:02
(Divagazione folle su galline, uova, asini e serotonina)
… mi fu posta una domanda alla quale avrei dovuto dare una risposta precisa. La domanda era la seguente: “ Sai che io non capisco perché si dica: "E' meglio un uovo oggi che una gallina domani"? Non é vero per niente! E' meglio una gallina oggi, che un uovo domani! E così pure: " E' meglio un asino vivo che un dottore morto". Come sarebbe? E' meglio un dottore vivo, che un asino morto! Sì o no?”
E così risposi:
“Come direbbe un capo della Digos, è meglio il “passero” in mano che due nella siepe. Però, se quello stesso capo acchiappa anche quelli nella siepe è meglio ancora. Per quanto mi riguarda, invece, è noto che io non acchiappo pennuti, non essendo un capo della Digos, né li mangio, quindi anche di una gallina non saprei che farmene. Potrei allevarla per ottenere l'uovo ma, poiché non la mangio perché è proprio il suo odore, di cui è intriso anche il sapore, a ripugnarmi, non ci riuscirei. Quindi mi vedo costretta a dover rinunciare all'uovo. Ma posso rinunciarci volentieri in quanto, a pensarci bene, anche l'uovo fa un po' schifo, almeno a detta di un vegetariano che alla domanda "Mangi le uova?", rispose "Assolutamente no! Perché se l'uovo è fecondato è già un pulcino e se non lo è, allora, è il mestruo della gallina! Una schifezza!” Anche mangiare l’uovo in culo alla gallina è cosa riprovevole! Inoltre la gallina, come recita una nota canzone, "non è un animale intelligente, lo si capisce da come guarda la gente" e, infatti, io porto sempre gli occhiali scuri non tanto per nascondere alla gente il mio modo di guardarla, quanto per guardare, inosservata, come la gente guarda. Ma nella sua stupidità la gallina, comunque, fa le uova. Pare ci siano anche quelle che le fanno d'oro! Sinceramente non le ho mai viste. Al massimo le uova, le ho verniciate di quel colore, tanto per illudermi un po’ e perché era Pasqua. Tra un uovo oggi e una gallina domani la differenza non sta nell'uovo e nella gallina ma nel giorno. Bisognerebbe sapere quale giorno. Purtroppo l'incertezza è l'unica certezza. Però è pur vero che ogni giorno è sempre un nuovo oggi ma anche un nuovo domani (secondo la teoria del punto di vista), per cui si potrebbe dedurre che l’optimum è un uovo al giorno che, forse toglie il becchino di torno (infatti quando mia nonna smise di mangiare il suo ovetto quotidiano, morì), ma non il becchime che serve per alimentare la gallina, senza la quale non si otterrebbe l'uovo. E’ un gatto che si morde la coda, ma se la morde perché non sa che la coda è sua. Che c’entra il gatto con la gallina? Con la gallina probabilmente nulla, ma prova a dare un passero al gatto e vedi la fine che fa! E se gli dai una passera, è contento lo stesso; magari si accontenta anche di una pass… word!
Devo essermi persa in questo salomonico ragionamento! Sono una salamona!.
Riguardo agli asini e ai dottori, invece, direi che dai dottori bisogna sempre guardarsi. Infatti, se hai bisogno del dottore medico, vuol dire che sei malato, se ti serve il dottore commercialista che non sai fare i conti, se necessiti del dottore avvocato che non sai risolvere i problemi, e così via. Meglio sarebbe non dover ricorrere mai al dottore. Mentre un asino è utile sia da vivo che da morto: da vivo è un sostegno nel lavoro, da morto lo si può mangiare. Col cavolo che i partigiani avrebbero fatto l’Italia se non avessero avuto gli asini! Coi dottori di certo non avrebbero ottenuto lo stesso risultato. Ma bisogna anche fare una distinzione tra “asini dottori” e “dottori asini”. E qui casca l’asino! Ma gli asini sono animali forti e si rialzano. E’ meglio un asino dottore o un dottore asino? Quanti asini laureati che rovinano il mondo! Meglio un dottore asino che, in quanto asino, ignora di essere dottore e continua a fare l’asino. Sicuramente si ammazza di fatica, ma è pur vero che il lavoro nobilita e rende l’uomo simile alla bestia (l’asino, appunto). Assolutamente sono dalla parte dell’asino. Sono un asino io stessa, un asino bastonato (ovvero “percosso col bastone“ o “munito di bastone”?… boh?) Il somaro di J.Prevert, ad esempio, fu l’unico che seppe disegnare sulla lavagna nera il volto della felicità. Qualcuno, inoltre, sostiene di aver visto un asino volare… come fare per smentirlo?
Dunque alla domanda non posso che rispondere: forse. Il “sì” e il “no” sono come il “dire” e “il fare” tra cui corre un mare. A volte è un mare di guai, a volte un mare di speranza. Ma se “la speranza è un essere piumato”, come scriveva la Dickinson, mi chiedo: sarà una gallina o il dantesco “Uccello di Dio”? Le galline hanno ali troppo piccole per volare e gli asini, a pensarci bene, non ne hanno affatto.“.
So, con questa mia divagazione, di aver firmato la mia follia e la mia inquietudine, ma mi rifiuto di assumere serotonina, come la mia interlocutrice mi consigliò, perché…
… s’ero Tonina, non ero Lorena!
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