Hai voluto volar con le tue ali
le mie cercai di darti, ma invano,
pensavo d'esser sempre un uomo forte
fragile ero come ghiaccio in mano.
Quel dì ululava dietro me la morte
m'hai rallegrato con quel tuo sorriso
su quella spiaggia dove m'incontrasti
un bel tramonto ti arrossava il viso.
Dentro quel mare il sol lento scendeva
mentre un paio di foto ti scattavo,
mi segnasti su un foglio il cellulare
non ti capivo ma col cuor parlavo.
Bella non eri, certo appariscente,
il tuo cuore non mi sembrava in festa
ed anche tu sembravi un po' smarrita
come cerbiatta fuor dalla foresta.
E provai a donarti quel che avevo
lo feci entrando un poco nei tuoi panni
ma forse sono apparso un po' invasivo,
forse senza volerlo ho fatto danni.
Ora son qui che invano spicco il volo
ogni tanto ti mando un mio messaggio
ma il tuo tacer sentire mi fa solo
ed umiliato per l'accattonaggio.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 8.01.2023 – 00:49)
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