Pubblicato il 06/09/2022 15:31:34
Una panchina, una sigaretta accesa consumata lentamente ed il tuo sorriso che mi spegne ogni dolore.
Come non pensare al profumo della tua pelle che mi infuriava d’amore, e le tue mani sul mio corpo, come un pianista che ammira uno spartito...
Quanti ricordi di quei giorni volati troppo in fretta, mentre ora vivo di momenti lontani dal sentirti.
Quanto ancora piango nella notte se nel pensarti mi affaccio singhiozzando al davanzale di una finestra dove anche la luna gelosa mi guarda...
E mi manchi...
Mi manchi in quei pensieri rimasti ad aspettarti sulla soglia degli scalini di casa. Mi manchi in questo silenzio assordante, e mi ritrovo a scalciare le ore per non vivere una notte lunga quanto è lunga la distanza tra due città tanto diverse tra loro.
E mi rimbocco le coperte sul cuore, sforzandomi di assopire un sonno interrotto, quando nel pensarti non posso che ricordare quell’ultimo giro di chiave nella serratura, in una stanza d’albergo... camera due zero tre...
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