Pubblicato il 28/12/2017 19:54:02
"Storie di ceramica”.Sabato 30 dicembre alle ore 11 al Museo di Villa Guariglia a Vietri sul Mare, La presenza e la produzione dei maestri olandesi a Vietri sul Mare" presentazione del libro di Antonio Dura e Claudia Bonasi con la prefazione di Giorgio Napolitano (ed. Puracultura 2017).
Convegno e dibattito con gli autori. Interventi di Gabriella Taddeo, direttrice del Museo Città Creativa di Ogliara e Giorgio Napolitano, studioso di ceramica. Ingresso gratuito.
Il libro affronta la presenza degli artisti mitteleuropei nella cittadina costiera, a partire dal cosiddetto “periodo tedesco” della ceramica di Vietri sul Mare, anche in relazione alle avanguardie storiche del primo novecento ed allo sviluppo autonomo della corrente vietrese, ponendo l’accento sulla presenza di una folta quanto significativa componente olandese, fino ad oggi pressoché ignorata e rappresentata da personalità artistiche che a Vietri sul Mare si sono stabilite fino alla fine dei propri giorni, come Frans Brugman e Josephine Elizabeth Laming, o vi hanno lavorato “di passaggio”, come Sophia Van Der Does de Willebois e suo marito Adriaan van Stolk, Maurits Cornelis Escher, Lena Hagstotz, e Rudolf Bente. L'industria della ceramica fu iniziata nel tardo Rinascimento, grazie ai Principi Sanseverino e da allora è sempre stata un simbolo di Vietri sul Mare.
In particolare Frans Brugman, nonostante la vastità e qualità della propria attività artistica, e Josephine Elizabeth Laming sono rimasti all’interno di questo scenario “gli stranieri dimenticati”. Dalla ricerca di fonti, documenti e opere presso le famiglie Brugman, Pinto e Bente, e nelle botteghe e fabbriche dove Frans Brugman, Josephine Elizabeth Laming e Rudolf Bente hanno lavorato, sono emerse molte notizie interessanti sulla loro vita e attività artistica. La ricerca ha anche chiarito l'infuenza di Escher sull'olandese Sophia van der Does de Villebois (Sophie van Stolk), figura di spicco, con Günther Stüdemann e Luigi De Lerma nella fondazione e produzione ceramica della fabbrica di "Fontana Limite" vero nucleo originario del "periodo tedesco". Lo studio approda in Grecia, a Rodi, dove la van Stolk si recò per lavorare con Luigi De Lerma alla fabbrica I.C.A:R.O. di cui nel libro si riportano notizie e documenti inediti.
Vietri sul Mare (Vietre in campano) è un comune italiano di 7.793 abitanti della provincia di Salerno in Campania. L'UNESCO ha dichiarato dal 1997 Vietri sul Mare (insieme agli altri paesi della costiera amalfitana) Patrimonio dell'umanità. (Wikipedia)
Vietri basa la sua economia sull'artigianato e il turismo. A Marina di Vietri esistevano i "mastri d'ascia", artigiani capaci di tagliare e sagomare il legno occorrente per realizzare le ordinate, le ossature delle "cianciole", che venivano usate per la pesca. Altro tipo di imbarcazione era il "gozzo". E gli artigiani sagomavano le prue e dosavano la lunghezza in base alla distanza media tra le creste delle onde e al tipo di mare. Il gozzo usato a Vietri era diverso da quello ligure. Altra forte influenza è stata quelle dei Toscani di cui ci fu una forte migrazione verso Vietri quando fu installata la "Vetreria Ricciardi", poi "Saint Gobain", poi dismessa.
E altra influenza ancora fu data dai Tedeschi che, dopo lo sbarco degli alleati, decisero di rimanere a Vietri che piaceva molto per il clima mite. Essi erano molto bravi nella chimica e, come tali, "inventarono" dei colori per le ceramiche vietresi che sono classificati come irripetibili, quali il giallo di Vietri. Tuttora vivono a Vietri figli, o discendenti, di queste persone. E, ancora, sono da considerare l'influenza sulla società dell'arte della ceramica e dei trasporti con i carretti. I ceramisti bravi erano quelli che lavoravano con le ceramiche di Solimene e di Pinto. Ora sono pochi quelli che sanno fare il "ciucciariello" di Vietri. Il "ciucciariello", l'asinello, era usato come mezzo di trasporto delle persone e delle cose tra Vietri e le frazioni alte.
A Vietri, in corrispondenza della ceramica Solimene, di fronte alla Chiesa dei Salesiani, c'era il cambio dei cavalli. Poco oltre la frazione di Molina, sulla strada per Cava de' Tirreni, c'era un'officina dove si facevano le ruote dei carretti, si forgiava il ferro per ricoprire le ruote, si facevano i freni, detti "pezzotti di martellina". La bravura nel lavorare il ferro si manifestò, anche se in maniera meno evidente rispetto all'agro Nocerino-Sarnese, quando i Belgi organizzarono i primi trasporti su rotaie (i tram che collegavano Salerno con Vietri) e poi con le filovie. La necessità di elettrificazione delle linee significava necessità di fare i tralicci di sostegno che venivano assemblati con profilati e chiodature ribadite a mano. Si parla di artigiani, maestri del ferro, tanto bravi che nei giorni di festa si riunivano e davano prova della loro capacità forgiando in pubblico bocce di ferro: poi le provavano sui campi di bocce, sempre in pubblico.
Vietri sul Mare ha, perciò, radici di orgoglio di organizzazione delle difesa a mare, di orgoglio di arti manuali di varia espressione: da quella dei mastri d'ascia per fare le barche, a quella delle ceramiche, a quella delle vetrerie, a quella dei fabbri.
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