Si odono scoppi nel ciel infinito
Si vedono i primi fumi volare
Chi s’incammina senza dormito
Chi si sveglia dal lor richiamare
Ed il parroco attende a pronto dente
La lenta folla sopraggiungere
Sulla sponda occidentale s’arresta la gente
Ed umanamente si tace nel personale pungere
Ascoltano silenti
La cerimonia annuale
Il battesimo dei viventi
Dal nome augurale
Alla benedizion poi del rio secco
Tutti apprestarsi nel suo lavaggio
Chi si sciacqua anche il viso lecco
Chi solo i piedi a faggio
Chi raccoglie la fresca acqua corretta
Per gl’infermi che non possono assistere
Chi se ne purifica l’anima non retta
Chi continua con l’allontanarsi per persistere
Nel mezzo del via vai
Qualcuno da lassù da inizio
All’asta che rende propizio
Quel giorno vivo come non mai
Uno, due, tre, e si batte cassa
Si da seguito alla raccolta
Per portar in sofferenza la volta
E allor ci si allontana dalla massa
I vicoli vestiti a fiori in porge
Da color che han fatto sacrificio di conte
Ora vengono a brillar dal sol che sorge
Dietro quel nostrano Bello Monte
Gli uomini e le donne sono in norma
Son pronti per la processione
Che lenta passeggia tra il nessun dorma
E intanto s’accingono alla devota visione
Tutti al loro posto
Chi reca in man la bandiera
Chi il cero di mosto
Chi le spalle ha da reggiera
La statua si affaccia sulla soglia
E la banda suona ricca e veemente
Gli alti suoni s’intrecciano all’umana voglia
Tutti urlano il nome ed applaudono vivamente
Inizia il cammino
L’Inno nel canto
Inizia il mattino
Il giorno del santo
Lungo le antiche rue
E poi per i più moderni corsi
La scia si ricca di dorsi
Che festosi sorridono al bue
In fronte del comune paese
Il vescovo d’oltre confine territoriale
Ricorda ai fedeli il fine della vita mondiale
E subito il frastuono arricchisce la maese
Occhi all’azzurro
Parole in caraffa
Mani di burro
Incudine a staffa
Ed il cammino prosegue avanti
E fa ritorno alla partenza
Per ringraziar i suoi fanti
Ed in salmo render reggenza
Molteplici e fantasiosi addobbi di colori
Si respirano e si vedono nel complesso
Unica è la fusione dei vecchi e nuovi sapori
Tipica per noi, ma non per lo straniero amplesso
La nostra scacchiera tradizionale
Viene ogni anno ad arricchirsi nella conoscenza
Viene apprezzata e vissuta nella sua vera essenza
E non usata solo come giorno di svago banale
Volti sconosciuti si scoprono meravigliati
E noi li ringraziamo per averci pigliati
Come nozione da usar in spunto d’abbigliati
Per un protagonista degli antichi accigliati
Metro: 19 quartine di versi liberi in rima alternata e incrociata
Giugno 2006
©AngelaVenditti77
Dedicata alla Festa di San Giovanni Battista, Santo Patrono del Comune di Civitella Roveto (AQ), e che si tiene tutti gli anni il 24 giugno.
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