Pubblicato il 07/05/2008
Andrea Frova, noto ricercatore e divulgatore scientifico è anche grande appassionato di musica, in questo libro divulga le sue ricerche su Johann Sebastian Bach. Le sue fonti sono soprattutto raccolte di lettere e altre vecchie carte scovate qua e la, non sempre, l’autore ci avverte, c’è la certezza che si tratti di scritti autentici, ma servono bene allo scopo di farci scoprire Bach dal punto di vista più umano. Il libro è suddiviso in dieci episodi della vita di Bach, ed ognuno di essi è una delle tappe fondamentali della vita del musicista e ci mostra soprattutto la difficoltà che egli incontrò nel suo voler essere un’artista libero. Era quasi sempre considerato poco più che un domestico o un insegnante come gli altri, e spesso il suo carattere sanguigno ed irascibile gli attirò le ire (addirittura la prigione in un caso) dei suoi “capi”. Ma soprattutto, ovviamente, al di là delle liti per lo stipendio, o la nascita dei vari figli, la lente da ricercatore di Frova ci mostra il Maestro nel suo rapporto con la musica, la sua capacità unica di creare, sempre, e velocemente, ottima musica, e la sua grande volontà di innovare pur capendo che troppa innovazione sarebbe stata vista negativamente, essendo praticamente sempre impegnato a scrivere musica sacra e, si sa, l’ambiente ecclesiastico del 1700 era quanto di più conservatore e poco propenso alle novità ci si possa immaginare. Inoltre l’autore mette in particoliare rilievo il carteggio fra Bach e Newton (per un fisico amante della musica credo non vi sia niente di meglio….), in cui il compositore chiedeva spiegazioni al fisico sul funzionamento e la diffusione delle onde sonore, sul perché gli strumenti hanno una determinata voce e altri quesiti scientifici che mettono in luce lo strettissimo rapporto che c’è tra la musica e le cosiddette scienze esatte quali la matematica e la fisica. Bach era molto interessato alla spiegazione di certi fenomeni perché era certo che tramite la conoscenza di questi avrebbe potuto capire meglio il futuro e l’evoluzione della musica che egli si proponeva di innovare ben consapevole però che le innovazioni sarebbero arrivate col tempo e che, sebbene avesse qualche idea in proposito, era meglio non andare troppo avanti rispetto agli altri. Il libro è molto gradevole, qualche volta nel corso della lettura ci si chiede se sarà stato proprio vero qualche particolare che si incontra, ma, sapendo che si tratta – in fondo – di un romanzo si passa oltre, senza porsi troppe domande, gustando in pieno la piacevolezza della vicenda e, al termine, si posa il libro con qualche nozione in più ma, soprattutto, con tanta voglia di approfondire la conoscenza sia della musica di Bach e, per quelli come me, delle leggi scientifiche.
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