Cantano i merli prima che l’alba
infiammi il mattino
il cielo è di un turchino sporcato di buio
un passaggio di anime vola verso la luce
con gli occhi pieni di persiane in cerca di riposo
attendo ore migliori per dormire.
La notte afosa è un lenzuolo che bava d’umidità
inutile averne ragione
sarà come tutte le notti una veglia di pensieri.
Le tortorelle nel loro tubare si chiamano di continuo
il loro vivere non ha silenzio ormai mi rassegno
guardo quel poco di cielo che ho
per salutare le rondini in cerca d’insetti
magari anche di qualche zanzara
con il loro pungiglione sempre in cerca d’umani.
Gli occhi si chiudono più spesso implorano il riposo
niente da fare la mente materia grigia per eccellenza
non fa sconti inutile trattare.
Mi arrotolo nel mio pietoso cercare dal passato
quando l’età era un continuo vivere di sazi sogni
l’ultimo era privo di buio
inetto e fugace nel suo possesso di me.
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