Margherita Rimi, Era farsi, Autoantologia 1974-2011, Prefazione di Daniela Marcheschi, Marsilio Editore 2012
E’ una poesia originale e non allineata quella di Margherita Rimi. Si compone di piccole poesie e versi brevi che lasciano spazio e respiro al lettore, che lo introducono in un universo poetico estremamente variegato, fatto di non detti, di chiaroscuri, di tratti appena abbozzati, come quelle immagini sfuggenti che “vediamo” nel dormiveglia e che sono le più intime, profonde e veritiere. E in quel dormiveglia reso consapevole l’autrice scopre, (dis)vela verità, evidenzia sfaccettature del reale e della vita, quasi acciuffandole al volo, senza mai dire troppo, senza affastellare la pagina bianca.
Le parole per Margherita Rimi non sono mai in eccesso, sono sempre quelle giuste, con le loro pause i loro richiami, i loro rimandi, i loro interrogativi, il loro ripetersi martellante, la loro capacità di essere al tempo stesso leggere o un colpo di frusta. Essenziali, centrali, dirompenti e forti.
Era farsi
(A Ignazio mio fratello)
Ai piedi del letto il tempo non passava
Era farsi grande raccontare una storia
E la storia non era più una storia
era farsi padre
Il suo disegno non era farsi grande
non era orizzonte la sua mano
Il dolore era farsi carta
farsi carta i troppi desideri
Il suo mondo era grande ed impreciso
la forma del suo cranio una farfalla
Dalle pagine di questo suo ultimo libro auto antologico “Era farsi” emergono le voci dei bambini (a cui l’intera raccolta è dedicata) che sono poi le voci di ognuno di noi (della sua e della nostra infanzia). Quelle dimenticate o ricacciate negli abissi della nostra coscienza. L’obiettivo dell’autrice è di riportarle a galla, di (ri)ascoltarle, di non dimenticarle. Solo così non si dimenticano i bambini, il loro universo variegato, le loro paure, i loro bisogni, i loro sogni, le loro piccole gioie, i loro tempi. La loro impossibilità “di essere” (spesso), per troppa distanza, per troppo poco ascolto.
Paginatura
I tempi dei bambini
mi fanno zoppicare
mi segnano col dito
E quando toccano le cose
l’aria comincia a respirare a disegnare
la sua punteggiatura
E la stessa sintassi sembra rispettare i loro tempi, facendo silenzio o andandogli incontro, “zoppicando” con loro e per loro. In questa auto antologia poetica Margherita Rimi modella a suo piacimento il verso, rendendolo veramente libero, oltrepassando i confini dello sperimentalismo fine a se stesso, per andare oltre, per dargli uno spessore vero di anima e carne, dove nulla è scontato, dove nulla è casuale. Dove la parola arriva, attraversa e si deposita dentro. In fondo.
Parole
Ascolto parole
Non so per cosa
mi raccontano
Per cosa
vengono
Per cosa
se ne vanno
Un libro buono, vero e bello da leggere, come pochi. Un libro in cui la parola poetica, alta e luminosa, sa incontrare quella semplice e pura dei bambini. (Maria Pina Ciancio)
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