Pubblicato il 30/03/2022 00:30:45
Non discese o montanti
la riva mia le strade aveva piatte più del mare se le tempeste erano in catene.
Non di spazi o terrazzi
a brulicare la valle che attecchiva al cielo dove ogni nube è inizio d’altra quiete.
Solo da questa mia pietra puntando il dito fino al precipizio odo dell’eco l’urlo e il paradosso è il faro che m’inquieta
ma dove flotte puntano allo sbarco per saccheggiare forzieri ed oro giallo con la mia sacca, a dorso di cavallo sconfino il monte eremo mi pianto
e l’intelletto levita sovrano mentre la veste s’alza a mostrar vanto che dei miei fiori s’abbia la misura pur se non colti e chini su di un gambo
Da Collisione d'interni, Il Convivio Editore, 2019
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