Pubblicato il 21/02/2022 15:46:58
Il vetro si appanna e condensa lunghe lacrime spoglie, sotto lo specchio, lo sguardo riflette la vestizione parziale del giorno, scende a tratti sul volto dove abito un'interlinea di pelle, ruga notturna di un passo, accanto, lo stesso io sul pianerottolo affossa parole minime di rive e morsi di rovi un sonno comune e vento. Come tutti,guardo il cielo. Razionalizzare la bruma passata la discesa arcata delle stelle il cosmo ambiguo del silenzio, spacca il ventre della mente nei minuti, nei nervi inermi ancora congiuntivi fermi. L'indice è un gorgo di lancette un cerchio nell'opale della nebbia l'attesa periferia d'un sorriso.
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