E sento un vuoto al cuore
invano cerco il tuo nome che ho bloccato
sempre uomo impulsivo sono stato
parlo e straparlo e traggo conclusioni
non faccio riflessioni.
M’hai sviato con le tue parole
ed hai utilizzato quelle ardite
le ho fraintese
pensavo fossi un ragno
che le sue tele ha tese.
In fondo sono io da condannare
tu m’hai confuso un po’ con le parole
ti andava di parlare
ma io cercavo ancor dell’erba e fiori
ma d’autunno sono morte le viole.
E già l’inverno avanza
e ho perso il tuo sorriso
ed anche il tuo giudizio mi addolora
la neve è già caduta sul mio cuore
e il sole tra le nubi è addormentato
e senza sole il cuor s’è congelato.
E sento ancora cigolare il treno
che l’altro giorno solo m’ha lasciato
l’ho visto con un fischio allontanarsi
mi sono seduto e qualche verso ho scritto
versi pieni di rabbia e delusione
versi di un uomo ormai vinto e sconfitto
che han spento la mia inutile passione
e in odio ho avuto il treno e la stazione.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 17.11.2021 – 2:18)
Nella mia foto: Stazione di Campiglia Marittima