Pubblicato il 24/10/2021 01:21:23
Maria, povero nome, sussurrato nell'ombra d'un viale, al freddo soffiar del maestrale, al tenue chiarore d'un lampione. Maria, docile e vinta, ogni sera replichi il copione della donna allegra, generosa, recitando una parte disgustosa per attrarre un possibile cliente. Tratti, concordi il prezzo di una prestazione sconveniente, per un attimo di piacere amaro, che simuli col tuo amante ignaro per rendere credibile un rapporto. Maria, donna smarrita, che t'inchini con umiltà e trasporto davanti al Cristo prima d'uscir la sera e reciti sommessa una preghiera mentre passeggi tra i platani sfioriti. Preghi, forse, tu un Dio che non distingue tra cuori pervertiti? Tra quello d'una borghese interessata e quello d'una donna sfortunata? Per questo io ti stimo, Maria; colgo la tua sofferta decisione di simulare voluttà e passione stando col tuo cliente occasionale; e poi ti segni... quasi ad allontanar da te ogni male. Salvatore Armando Santoro (Lillianes 25/02/2000 22,35)
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