Tra sfioranti foglie che il tempo d’oro copre,
scivolano i giorni e cerulei sono
i pensieri della forestiera mia vita,
quando lo sguardo s’eleva
al Divino che l’Empireo governa,
del sogno d’una Chimera l’uomo si strugge
e non v’è già eco di voci
che il Fato conduca nel suo seno, alla deriva.
Soggiunge parca la sera
ed è pioggia di stelle sopra i tetti e nelle vie,
ove s’odono i sibili del vento
e le parole di chi ancora non dorme.
Eppure al solo apparire sole,
come due biglie senza alcuna direzione,
le idee giacciono sottili e confuse,
nel buio di un silenzio che non ha più nome.
Ma se dal biancheggiare di questa luna
che dal cuor mio a te si porta,
un tocco fosse a darmi la quiete di chi ozia,
come chi in cerca di tesori,
vede tra i grattacieli i grandi amori,
così le onde d’ogni mio pensiero
non morirebbero al solo lambire gli scogli
di un’utopia che spegne pure l’anima.
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