Pubblicato il 13/09/2010 10:53:48
Che deserto la scuola, tutta l’estate! Chiuse le porte, le finestre sprangate, l’aule parevan morte e nel silenzio severo i banchi, tante tombe al cimitero. Ma una mattina la vecchia bidella si attacca alla campanella. W “den!, den! den!” la scuola si ridesta: le finestre si spalancano per godersi la festa, il sole inonda l’aula, salta sulla cattedra e con il dito d’oro del suo raggio disegna sulla carta geografica un meraviglioso viaggio..........
ORA PARLA LA LAVAGNA
È finita, è finita la lunga dormita... Mi sento così fresca e riposata che con queste due zampe di legno vorrei farmi una passeggiata. Dite, ho la faccia pulita? Per favore, signor cancellino, vorreste cancellarmi per benino?
IL CANCELLINO
Ecco fatto, madama. Sentite la campana come chiama. Preparatevi a sopportare i soliti scarabocchi dei soliti marmocchi. Sempre, appena il maestro volta gli occhi, qualcuno per suo spasso vi coprirà di evviva e di abbasso, mescolando alle quattro operazioni nomi di squadre e di campioni.
I GESSETTI
Ella è piena d’invidia, già si sa: tutto quello che noi scriveremo lei lo cancellerà.
LA CATTEDRA (severamente)
Suvvia, non cominciamo a litigare. Il maestro sta per arrivare: toglietemi la polvere con lo straccio, altrimenti che figura ci faccio? E, a proposito di guai, c’è l’inchiostro nei calamai?
I CALAMAI
Siamo pieni fino al collo!
LA CATTEDRA
Proprio come lo scorso anno. Chissà che belle macchie si faranno sui quaderni, sui grembiulini bianchi....
UN BANCO
....e sui poveri banchi!
LA CATTEDRA
Pazienza, pazienza, le macchie sono i paracarri sulla via della scienza. LA CARTA GEOGRAFICA Quell’inchiostro è davvero una rovina: guardate qui, è schizzato perfino nello Stretto di Messina....
IL REGISTRO
Anche il maestro qualcuna ne fa....
LA CATTEDRA
Non dica volgarità. Pensi ai voti piuttosto e si prepari a scrivere tanti dieci. Mi hanno detto che quest’anno non ci saranno somari.
L’ULTIMO BANCO
Nemmeno all’ultimo banco?
LA CATTEDRA
Silenzio! Arriva il primo scolaretto. Guardatelo: contento, vispo come un soffio di vento... La voglia d’imparare e di far bene gli brilla negli occhi scuri. Facciamogli i nostri auguri, salutiamolo come si conviene.
TUTTA L’AULA
Buongiorno, benvenuto!
LO SCOLARO
Di dove verrà mai questo saluto? Qui non vedo nessuno.... Devo averlo sognato, sono ancora un pochino addormentato. Però posso rispondere lo stesso. Sulla lavagna scriverò col gesso (non c’è nessuno intorno?) “Cara scuola, buongiorno!”
[Tratta da "Filastrocche per tutto l'anno", Ed. Riuniti]
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